Ambiente e salute Qualità dell'aria

Causa alla Regione Piemonte per tutelare la salute del figlio dall’inquinamento atmosferico

La Costituzione italiana recita, al primo comma dell’art. 32, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Già dalla formula adottata si evince l’obiettivo finale dell’ordinamento alla tutela del bene-salute, il quale viene considerato, in primis, interesse individuale del singolo ma, soprattutto, interesse della collettività.

In generale, la salute costituisce lo stato di benessere fisico, mentale e sociale, oggetto di specifica tutela da parte dell’ordinamento, che consente all’individuo di integrarsi nel suo ambiente naturale e sociale, quindi è una situazione soggettiva che deve essere tutelata contro tutti gli elementi nocivi ambientali e da qualsiasi attacco da terzi che possa, in qualche modo, ostacolarne il godimento. Il contenuto del diritto che la Costituzione riconosce a tutti gli individui è complesso: la situazione di benessere psico-fisico, intesa in senso ampio, con cui s’identifica il bene “salute” si traduce nella tutela costituzionale dell’integrità psico-fisica, del diritto ad un ambiente salubre, del diritto alle prestazioni sanitarie e della cosiddetta libertà di cura (in altri termini, diritto di essere curato e di non essere curato).

Anche su questa base è stata avviata a Torino un’azione legale civile contro la Regione Piemonte per il diritto a respirare aria pulita e sana. A promuoverla è Chiara, insieme al compagno, nell’interesse del loro figlio di sei anni.

Il bambino, fin dal concepimento, è stato esposto ai livelli di inquinamento elevati e spesso fuorilegge di Torino e, a partire dai primi mesi di vita, ha iniziato ad avere gravi problemi di salute, in particolare ai polmoni. “Casa nostra era in un quartiere estremamente trafficato. Anche l’asilo di mio figlio. E io, ogni mattina, avevo l’impressione di avvelenarlo”, racconta Chiara. Torino è una delle città più inquinate d’Italia. E l’Italia è uno dei paesi più inquinati d’Europa. (vedi numerosi articoli pubblicati sul tema)

Per l’Agenzia europea dell’ambiente, l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute umana in Europa. L’inquinamento atmosferico può essere collegato ad attacchi d’asma, tumori, infarti e ictus e un numero crescente di studi dimostra come possa influire persino sui feti. In Italia, sempre l’Agenzia Europea per l’Ambiente stima che vi siano, ogni anno, 10.640 morti premature legate al biossido di azoto (NO2) e 49.900 legate al particolato fine (PM2,5). Si tratta, rispettivamente, del peggior e del secondo peggior dato a livello Ue.

EEA, “Healthy environment, healthy lives ,” 2019

Alcune delle principali società scientifiche e associazioni in ambito pediatrico e neonatologico, nell’ambito di un progetto di ricerca sulle esposizioni ambientali e promozione della salute nei primi 1000 giorni di vita, ha evidenziato come

“La popolazione in età pediatrica risulta essere maggiormente suscettibile agli effetti legati all’esposizione ad inquinanti atmosferici, a causa di una combinazione di fattori biologici, comportamentali ed ambientali. I bambini sono particolarmente vulnerabili durante lo sviluppo fetale e nei loro primi anni, quando i loro organi (ad esempio, i polmoni e il sistema nervoso centrale) sono ancora in fase di maturazione; possono passare molto tempo all’aperto, giocando e facendo attività fisica in aria potenzialmente inquinata; sono soggetti a un lungo periodo di esposizione agli inquinanti.”

“Respirare aria pulita e sana è un diritto di tutti, in tutta Italia. Dobbiamo rivendicarlo insieme”, dice Chiara. Se l’azione legale da lei presentata dovesse avere successo, sarebbe un precedente importante per tutte le persone che vivono in zone d’Italia con livelli di inquinamento fuori legge. 

Con questa azione legale, viene chiesto al Tribunale di Torino di riconoscere il diritto del bambino a respirare aria sana e pulita, di accertare la responsabilità della Regione Piemonte per la  violazione dei limiti di legge e di condannarla ad agire per il loro rispetto e al risarcimento dei danni causati.

“Non ci importa niente dei soldi, e se anche li ottenessimo li devolveremmo alle associazioni per la difesa dell’ambiente. Ci importa del diritto dei bambini a respirare aria pulita”, afferma Chiara. “Ho intrapreso questa azione legale per mio figlio, per me e per tutte le altre persone, che non sempre sono consapevoli di questo enorme problema. Non voglio che altri bambini siano costretti a passare quel che è toccato a mio figlio”.

“Il diritto a respirare aria pulita è un diritto inviolabile espressione dei diritti costituzionali alla vita, alla salute, all’ambiente. Anzi, proprio la tutela dell’ambiente è stata espressamente riconosciuta dalla Costituzione come esplicito obiettivo nell’interesse delle future generazioni. Le istituzioni hanno il dovere di agire”, commenta l’avvocato Giuseppe Civale, che rappresenta la famiglia di Chiara insieme ai colleghi Luigi Gili e Marino Careglio, Massimo Dragone e Stefano Trevisan. 

Torino sopra i limiti di legge

Torino ha già ampiamente superato nel 2022 la soglia prevista dalla legge di un numero massimo di 35 giorni di superamento della media media giornaliera del livello di PM10 di 50 microgrammi/metro cubo. Il sito di ARPA Piemonte (interrogato al 22 novembre) documenta che la stazione di monitoraggio di Torino – Rebaudengo aveva già 66 superamenti e quella di Torino – Lingotto 62, mentre Tortona – Carbone con 34 si appresta a superare il valore limite annuale dei superamenti ammessi, mentre Torino – Rubino con 29 superamenti è appena sotto. D’altra parte queste stazioni di monitoraggio del capoluogo torinese sono le stesse che nel tempo (2021 e negli anni precedenti) hanno superato i limiti di legge. Fra l’altro la proposta della Commissione Europea per la revisione della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente porta il numero di superamenti annui ad un massimo di 18 (4 per l’OMS) abbassando anche la media giornaliera da non superare, portata a 45 microgrammi/metro cubo.

Situazione non molto diversa per il biossido di azoto, inquinante prodotto prevalentemente dal trasporto stradale, per il quale Torino, nel 2021, aveva tre stazioni di monitoraggio (sono 51 in tutta l’Unione Europea) che hanno registrato una media annua superiore ai limiti di legge di 40 microgrammi/metro cubo come media annua . Anche in questo caso la proposta della Commissione Europea per la revisione della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente dimezza il limite relativo alla media annua, portandolo a 20 microgrammi/metro cubo (sarebbe 10 per l’OMS).

Le politiche messe in atto dalle autorità non sono idonee a riportare i livelli di inquinamento sotto i limiti stabiliti dalla legge, che già sono molto più elevati delle soglie indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come dannose per la salute umana, hanno dichiarato gli avvocati della famiglia promotrice della causa.

A confermare l’inefficacia delle scelte compiute dalle istituzioni in Piemonte sono anche le tre procedure d’infrazione UE aperte nei confronti dell’Italia per livelli eccessivi di inquinamento atmosferico. Due di queste (quelle relative a PM10 e NO2) hanno già portato a condanne da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e in entrambi i casi Torino era una delle aree interessate dalle infrazioni. 

“Torino continua ad essere una delle città con la peggiore qualità dell’aria d’Italia ed è importante che sia anche un laboratorio per tentare di combattere l’inquinamento atmosferico” – afferma il Comitato Torino Respira, che sostiene la causa di Chiara ed ha messo a disposizione i suoi dati e la sua esperienza legale a sostegno della sua causa. Le ragioni di Chiara sono quelle di moltissimi genitori torinesi e di altre grandi città italiane, preoccupati per la salute dei propri figli e delle proprie figlie”.

L’azione legale di Chiara è sostenuta anche dal comitato di cittadini  e dall’organizzazione di diritto ambientale ClientEarth

Cause legali simili a livello europeo

Azioni legali simili a quella di Chiara sono state intraprese su iniziativa di cittadini e cittadine anche in altri stati UE, come Germania e Belgio. Nelle città tedesche in cui, in passato, sono state intraprese azioni legali legate alla qualità dell’aria, l’inquinamento atmosferico è sceso due volte più velocemente

Gli avvocati iniziano a parlare dopo il minuto 2′ 27″

Un parere importante dell’avvocato generale presso la Corte di Giustizia dell’UE in un caso a livello europeo suggerisce che i cittadini dell’UE possono fare causa ai loro governi per ottenere un risarcimento finanziario per i danni causati dall’inquinamento atmosferico. Ad ottobre, il massimo tribunale amministrativo francese ha pubblicato una sentenza che impone al governo di pagare una multa da 10 milioni di euro per ogni semestre di continuata violazione dei valori limite.

La proposta di revisione della Direttiva europea prevede espressamente che le persone la cui salute è stata danneggiata dall’inquinamento atmosferico abbiano il diritto di essere risarcite in caso di violazione delle norme dell’UE in materia di qualità dell’aria e di essere rappresentate da organizzazioni non governative in azioni collettive per il risarcimento dei danni (art. 28).

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