Trasporto pubblico

Il PNRR non basta per rinnovare il parco autobus del trasporto pubblico locale

Nell’ articolo Trasporto pubblico locale e mezzi meno inquinanti abbiamo visto come la trasformazione in senso ecologico del parco mezzi del TPL è uno degli obiettivi principali del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (Mims), fronte di un parco mezzi piuttosto vecchio (Al 31 dicembre 2021 l’età media dei mezzi assicurati era di 10,1 anni) rispetto allo standard europeo di 7 anni, e decisamente con una prevalenza di autobus molto inquinanti.

Nel giugno scorso, ASSTRA, l’associazione delle aziende di trasporto pubblico locale, in collaborazione con Intesa San Paolo, hanno presentato il rapporto “Le performance delle imprese di trasporto pubblico 2022.”

Trasporto pubblico e pandemia

Un articolato documento con il quale viene fatto il punto su un settore duramente colpito dalla pandemia Covid-19. In Italia nel 2019 il sistema delle aziende di trasporto pubblico locale e regionale impiegava oltre 124.000 addetti. Con circa 49.000 mezzi, venivano percorsi oltre 1,8 miliardi di vettura-km annui e 228,6 milioni di treni-km, trasportando più di 5,5 miliardi di passeggeri. Il settore, nel suo complesso, produceva un fatturato di circa 12 miliardi di Euro.

Con la diffusione della pandemia, il trasporto pubblico locale e la mobilità nel suo complesso sono stati completamente stravolti. L’indagine Audimob dell’ISFORT ha evidenziato infatti, tra il 2019 e il 2020, una diminuzione del 21% degli spostamenti con l’auto e un crollo del 58% degli spostamenti con mezzi pubblici. Nel 2021, in Italia, nonostante la campagna vaccinale, non vi è stata una ripresa uniforme della mobilità ai livelli pre-Covid. In particolare la mobilità collettiva risulta ancora in sofferenza fermandosi nei primi mesi del 2021 a una quota pari al 6,1% sul totale degli spostamenti rispetto al 10,6% del 2019.

Il rapporto si sofferma molto sugli effetti economici di questa situazione sul settore, ma in questo articolo ci concentriamo su un aspetto particolare, trattato anche dal rapporto, e cioè il rinno vo del parco autobus.

Il parco autobus circolante e scenari di rinnovo della flotta

Il rapporto evidenzia come il parco autobus circolante adibito ai servizi di trasporto pubblico locale è costituito da 42.003 mezzi (dati MIMS aggiornati al 09/11/2020). I mezzi Euro 0 ancora in esercizio sono prevalentemente veicoli di interesse storico e collezionistico per cui è consentita la circolazione in deroga al divieto di circolazione dei mezzi Euro 0 in vigore dal 1° gennaio 2019. A fine 2020 il 37,5% del parco mezzi circolante (15.775 mezzi) risulta ante Euro IV.

Il parco mezzi risulta alimentato prevalentemente a gasolio, con circa l’89% dei mezzi. Circa 3.600 mezzi sono alimentati a metano (CNG) ed operano prevalentemente in ambito urbano. I mezzi ibridi ed elettrici rappresentano ancora una quota minoritaria rispetto al parco circolante, seppur in crescita rispetto alle precedenti annualità, rispettivamente con 369 e 302 autobus.

PNRR / FNC e rinnovo del parco autobus

Il PNRR assegna oltre 2,4 miliardi di euro per il rinnovo del parco autobus regionale per il trasporto pubblico con veicoli a combustibili puliti, per il periodo 2021–2026. Parte di queste risorse, pari a 500 milioni, sono imputate a progetti già in essere e sono pertanto da ricomprendere negli investimenti del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile (PSNMS) destinati anche al rinnovo del parco autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale.

Con il DM n. 530/2021 sono quindi definite le modalità di utilizzo di quota delle risorse del PNRR, pari complessivamente a oltre 1,9 miliardi di euro, finalizzate a:

  • acquistare almeno 717 autobus ad alimentazione elettrica o ad idrogeno entro il 31 dicembre 2024;
  • l’entrata in servizio di almeno 2.690 autobus ad alimentazione elettrica o ad idrogeno, comprensivi della quantità intermedia suddetta, entro il 30 giugno 2026.

Le risorse sono destinate all’acquisto di autobus ad emissioni zero con alimentazione elettrica o ad idrogeno e alla realizzazione delle relative infrastrutture di supporto, nei comuni capoluogo di città metropolitana, nei comuni capoluogo di regione o di province autonome e nei comuni con alto tasso di inquinamento da PM10 e biossido di azoto.

A queste si aggiungono le risorse del Fondo Nazionale Complementare (FNC) al PNRR, pari a 600 milioni di euro, assegnate alle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, per gli anni dal 2022 al 2026, che sono destinate all’acquisto di autobus ad alimentazione a metano, elettrica o ad idrogeno e relative infrastrutture di alimentazione, adibiti al trasporto pubblico extraurbano e suburbano; una quota massima del 15% delle risorse può essere destinata ad interventi di riconversione a gas naturale dei mezzi a gasolio Euro 4 ed Euro 5. Con il DM n. 315/2021 i contributi sono stati assegnati ai soggetti beneficiari che devono completare il programma entro il 31 dicembre 2026.

Gli effetti dei finanziamenti PNRR/FNC sul rinnovo del parco autobus

Le nuove risorse previste dal PNRR e dal FNC ad integrazione del PSNMS concorrono a invertire il trend di invecchiamento atteso del materiale rotabile su gomma. Con circa 12.700 nuove immatricolazioni, si stima che l’età media al 2026 raggiungerà il valore di 9,4 anni.

Una quota rilevante delle immatricolazioni per il periodo 2021-2026 degli scenari appena rappresentati sarebbe costituita da autobus elettrici, atteso che nella simulazione si è considerato che il 50% delle risorse destinato ad autobus ad alimentazione alternativa, in ambito urbano, sia destinato al finanziamento di tale tipologia di trazione. Con riferimento alle risorse del PNRR, che finanziano l’acquisto di autobus elettrici e ad idrogeno (e relative infrastrutture) nei comuni capoluogo di città metropolitana, nei comuni capoluogo di regione o di province autonome e nei comuni con alto tasso di inquinamento da PM10 e biossido di azoto, le immatricolazioni considerate nei diversi scenari corrispondono ai traguardi (intermedi e finali) da rendicontare alla Commissione europea; pertanto, nelle simulazioni sono stati considerati complessivamente 2.690 nuovi mezzi entro il 30 giugno 2026.

Secondo le stime Asstra, le nuove immatricolazioni, seppur in forte crescita rispetto alle precedenti annualità, non consentiranno di completare il processo di sostituzione dei mezzi ante Euro IV secondo le tempistiche previste dalla normativa vigente (il Decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121 ha introdotto il divieto alla circolazione degli autobus Euro 1 a decorrere dal 30 giugno 2022, Euro 2 a decorrere dal 1° gennaio 2023 e Euro 3 a decorrere dal 1° gennaio 2024).

La necessità di risorse aggiuntive per rinnovare il parco autobus

Considerando la situazione e le immatricolazioni attese, il fabbisogno aggiuntivo per raggiungere un’età media del parco autobus circolante pari a 7,2 anni al 2026, risulta pari ad 1,6 miliardi di euro aggiuntivi, di cui oltre 1,1 miliardi di euro a valere su risorse aggiuntive statali se si considera una quota di cofinanziamento delle imprese che varia da un minimo del 20% ad un massimo del 40% in funzione delle fonti di alimentazione dei mezzi e del tipo di servizio svolto. Una nuova iniezione di risorse di questa portata consentirebbe, pertanto, di immatricolare nel periodo 2022-2026, 5.000 autobus aggiuntivi.

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