La fotografia del trasporto pubblico locale in Toscana. Con mappe e grafici interattivi illustriamo i dati ISTAT relativi agli autobus per categorie Euro e quelli a basse emissioni, nonché l’offerta di trasporto pubblico locale e il suo utilizzo nei comuni capoluogo. Non c’è mobilità sostenibile senza un trasporto pubblico di massa efficace e non inquinante
In precedenti articoli abbiamo visto la situazione per la Toscana riguardo ai veicoli motorizzati circolanti (autovetture e motocicli), ed alla mobilità dolce (piste ciclabili e aree pedonali), nonché alla mobilità condivisa (bike e car sharing). Passando al trasporto pubblico locale abbiamo descritto la situazione nei 109 capoluoghi, ed ora vediamo la realtà delle dieci città capoluogo toscane.
Da anni si dice da più parti, che è necessaria una “cura del ferro” per le nostre città. Abbiamo visto come la situazione a livello nazionale sia ancora deficitaria, rispetto a quella di altri paesi europei. A livello nazionale, nel 2018, c’erano 355 chilometri di linee tranviarie, 250 delle quali solamente a Milano e Torino, rispetto a più del doppio in Francia, dove in gran parte delle città fra 150 e 500mila abitanti ci sono estese reti di tram, che hanno prodotto nelle città transalpine significativi miglioramenti nella vivibilità urbana. In italia il tram, con qualche eccezione, “si chiama ancora desiderio“.
Spicca Firenze come l’unica città della regione dove si è avviato il ritorno al tram, nei dati ISTAT che risalgono al 2018 risulta solamente la prima linea realizzata (5,6 km nel comune di Firenze), quella che collega la Stazione di Santa Maria Novella con il comune più grande della cintura fiorentina, cioè Scandicci, ma ormai da tempo è anche in funzione la seconda linea che collega sempre la stazione ferroviaria con l’aeroporto Amerigo Vespucci.
Dopo qualche incertezza la città capoluogo di regione ha compiuto una scelta decisa nel realizzare una rete tranviaria in sede protetta, ed ora sono iniziati i lavori per il prolungamento della linea 2 fino a Piazza San Marco, e sono in avanzato stato di avanzamento le attività progettuali e di reperimento dei finanziamenti per i due rami della linea 3, che collegherà la stazione con le le zone ad est della città (Gavinana-Bagno a Ripoli e Campo Marte-RovezzanoI e la linea 4 che raggiungerà Le Piagge per poi proseguire per Campi Bisenzio. Ma sono anche allo studio il prolungamento della linea 2 al Polo scientifico ed a Sesto Fiorentino e il collegamento con la zona industriale dell’Osmannoro, il centro commerciale i Gigli e Prato. D’altra parte si è iniziato a parlare anche di collegamenti con le zone a sud della città, come San Casciano.
D’altra parte la rete tranviaria che esisteva cento anni fa, inopinatamente smantellata negli anni cinquanta, era davvero estesa, circa 220 km, e raggiungeva Prato, Poggio a Caiano, San Casciano, Fiesole, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Casellina, ecc.

I risultati delle prime due linee – prima della pandemia – testimoniano il grande successo di questo tipo di trasporto pubblico, che a fine 2019 ha registrato poco meno di 35 milioni di passeggeri (rispetto ai 115 milioni complessivi (autobus e tram) del 2018 indicati dai dati ISTAT.
Il tram, infatti permette, in città delle dimensioni di Firenze, di assicurare gli spostamenti di massa con frequenza elevata e grande regolarità, in modo assolutamente concorrenziale con gli spostamenti effettuati con i mezzi privati. In questo modo è possibile davvero diminuire il traffico e l’inquinamento atmosferico ed acustico delle nostre città.
Visti questi risultati è naturale che si inizi a parlare di realizzare reti tranviarie anche in altre città toscane, come Pisa.
Il questo ambito PNRR prevede un investimento di 3,6 miliardi di euro per lo sviluppo del trasporto rapido di massa: “La misura prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane. L’obiettivo è ottenere uno spostamento di almeno il 10 per cento del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico.”
Così come in tutte le 109 città capoluogo sono presenti servizi di trasporto pubblico che utilizzano gli autobus, anche in Toscana in tutti i comuni capoluogo sono presenti servizi con autobus che complessivamente (nel 2018) erano 1.119, di cui il 42% (472) nel capoluogo regionale.
Il problema, in questo caso, è però la vetustà di questi mezzi e quindi le loro caratteristiche inquinanti. Se a livello nazionale Il 41% degli autobus circolanti rientra in una categoria Euro 4 o inferiore, in Toscana va un po' meglio in quanto questa parte di mezzi è il 34,7% del totale, mentre gli Euro 5 sono il 28,6 e gli Euro 6 (compresi i mezzi a basse emissioni) sono il 36,7% (rispetto al dato nazionale del 24,4%.
Considerato però che l'Euro 6 è obbligatorio dal 1 gennaio 2013, significa comunque che quasi due terzi degli autobus che viaggiano nelle città toscane hanno più della media europea di 7 anni di vita. La stragrande maggioranza è alimentata a gasolio con motorizzazioni significativamente inquinanti.
Il maggior numero di autobus meno inquinanti si rileva a Firenze con il 43%, ed anche una parte significativa di mezzi a basse emissioni (93 su 472). D'altra parte il capoluogo regionale ha una storia importante in questo campo, essendo stata una delle prime città italiane ed europee ad avere una parte consistente del parco mezzi elettrico (26) ed a metano (105) già a metà degli anni novanta.
Anche in questo caso il PNRR prevede un investimento importante nell'ordine di 1,2 miliardi di euro per "Il rinnovo della flotta con autobus a basso impatto ambientale avviene accelerando l’attuazione del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile e prevede il progressivo rinnovo degli autobus per il trasporto pubblico locale e la realizzazione di infrastrutture di ricarica dedicate. In particolare, è previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni."
L'offerta di trasporto pubblico è soprattutto concentrata a Firenze (51% del totale), ed infatti anche il dato pro capite (5.702) è nettamente superiore a quello di tutti gli altri comuni capoluogo, il più vicino è Siena con 3.848 posti/km offerti all'anno per abitante. Questi numeri non ci dicono niente però sulla qualità di questa offerta, ed il grafico interattivo successivo ci può però aiutare a intuirlo.
Come sappiamo bene, molti dei percorsi degli autobus nelle nostre città sono effettuati in sede promiscua, cioè i mezzi pubblici viaggiano insieme al traffico privato, subendo tutte le problematiche del traffico congestionato esistente, e questo significa evidentemente non rispettare neppure la regolarità del servizio, dando vita ai fenomeni di ritardo rispetto ai passaggi previsti alle fermate, all'accodamento di più mezzi, ecc..
Questa realtà è rappresentata dall'indicatore "velocità commerciale", che vede per l'appunto Firenze registrare la più bassa velocità commerciale per quanto riguarda gli autobus con 17 km/h seguita da Livorno con 17,7. Da segnalare la differenza, proprio per Firenze della velocità commerciale del tram con un buon 20 km/h.
Riguardo all'utilizzo del trasporto pubblico vediamo che Firenze registra un valore discreto di poco più di 300 viaggi annui per abitante che, a livello nazionale, la colloca al 6° posto dopo Venezia, Milano, Trieste, Torino e Roma. In Toscana l'altra città che vede un impiego significativo del trasporto pubblico locale è Siena, con 200 viaggi annui per abitante, mentre tutti gli altri comuni capoluogo hanno un utilizzo molto più ridotto.
Infine il dato delle licenze di taxi, per le quali ancora Firenze (21 ogni 10.000 abitanti) e Siena (10) troviamo una maggiore incidenza.