Abbiamo visto nel precedente articolo Quasi 2milioni e mezzo di persone vivono in aree a rischio elevato di alluvione in Italia i dati regionali e nazionali aggiornati al 2020 delle aree a pericolosità idraulica, cioé a rischio alluvione, e con esse la popolazione, gli edifici, le imprese, i beni culturali che sarebbero coinvolti in tali eventi.
Si tratta dei dati recentemente presentati da Ispra, contenuti nel Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia e pubblicati nella piattaforma Idrogeo in formato aperto.
Vediamo ora i dati di dettaglio a livello provinciale e comunale la situazione per quanto riguarda le aree a pericolosità idraulica (alluvioni).
Ricordiamo che la Direttiva alluvioni richiede (art.6) che siano redatte, mappe di pericolosità che contengono la perimetrazione delle aree che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo tre scenari di probabilità (ovvero di pericolosità):
- scarsa probabilità (LPH), di alluvioni o scenari di eventi estremi; tempo di ritorno maggiore di 200 anni;
- media probabilità (MPH), alluvioni poco frequenti: tempo di ritorno fra 100 e 200 anni;
- elevata probabilità (HPH), alluvioni frequenti: tempo di ritorno fra 20 e 50 anni.
D’altra parte il cambiamento climatico fa sì che in realtà il tempo di ritorno di eventi estremi stanno rapidamente cambiando e quindi incidono ed incideranno sempre più sull’estensione delle aree con livelli di pericolosità maggiore.
Secondo il rapporto Ispra, al 2020 In Italia il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree a pericolosità/probabilità elevata (HPH) per una superficie potenzialmente allagabile di 16.223,9 km2; tale superficie in caso di scenario di pericolosità/probabilità media (MPH) si estende fino a 30.195,6 km2 ossia il 10,0% del territorio nazionale, per arrivare a 42.375,7 km2 in caso di scenario di pericolosità/probabilità bassa (LPH) con una percentuale di territorio nazionale allagabile pari al 14,0% della superficie totale.
A livello provinciale Cosenza, Ferrara, Reggio Calabria, Venezia e Bologna sono le realtà che hanno una maggiore superficie del proprio territorio a rischio elevato di alluvioni. Nella tabella interattiva che segue è comunque visualizzare i dati relativi a tutte le province e città metropolitane italiane attraverso il campo di ricerca.
In termini di popolazione che vive in aree a rischio elevato di alluvione, svetta Venezia, seguita da Padova, Bologna, Ferrara e Genova. In ciascuna delle due province venete sono rispettivamente più di 150mila e quasi 130mila le persone che vivono in aree a rischio elevato alluvioni, mentre nelle due province emiliano romagnole e in quella ligure si parla di circa, più o meno, 90mila persone.
Nelle successive tabelle il dettaglio relativo agli edifici, alle imprese ed ai beni culturali a rischio elevato. In ogni tabella è possibile effettuare la ricerca di una specifica provincia inserendo il nome nel campo apposito.
Sono anche disponibili i dati relativi ai quasi 8mila comuni italiani, è sufficiente cliccare sul singolo comune nella mappa interattiva che segue per vedere tutti dati in dettaglio (superficie aree, popolazione, famiglie, imprese, beni culturali) in valore assoluto e % per ciascuna classe di pericolosità.
In 6300 comuni l'estensione delle aree a pericolosità elevata di alluvione è minore del 10% del territorio comunale, ma in quasi 400 comuni questa è maggiore del 25% ed addirittura in 88 comuni interessa più di metà del territorio.
Sono invece 46 i comuni nei quali più dellla metà della popolazione vive in zone a rischio elevato di alluvione e 190 dove questa percentuale è superiore al 25%. Analoga la situazione per quanto riguarda la percentuale di imprese in aree a rischio elevato (più del 50% in 45 comuni e più del 25% in 231 comuni). Per quanto riguarda i beni culturali, la situazione sembra anche più delicata, se i comuni dove più della metà dei beni culturali si trova in tali aree a rischio elevato sono ben 206 e 592 dove questa percentuale è superiore al 25%.
Nelle tabelle che seguono sono contenuti i dati di tutti i comuni italiani, e con la funzione di ricerca è possibile visualizzare i dati delle realtà che interessano.
Un bell’articolo, con tanti dati di facile consultazione. Grazie.
Mi (le) chiedo: ma è possibile che per le Marche vi sia una sottostima circa le zone a pericolosità idraulica? Abbiamo numerosi comuni popolosi in prossimità di foci fluviali, inoltre vi sono numerose zone industriali costruire lungo il tratto finale dei principali fiumi. E, ogni volta che piove con una certa intensità, si registrano allagamenti e danni anche seri (vedi il caso eclatante di Senigallia alcuni anni fa, con rinvio a giudizio per amministratori e tecnici comunali). Grazie, un saluto
Sono i dati elaborati da Ispra in collaborazione con Arpa Marche. Penso che essendo disponibili fino al livello comunale se ci sono dubbi possa chiedere chiarimenti a loro. Buona serata
Aggiungo che nel report linkato nell’articolo è descritta in dettaglio la metodologia adottata per individuare le varie tipologie di aree