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L’Agenzia europea per le sostanze chimiche si pronuncia sul glifosato

ll Committee for Risk Assessment (RAC) dell’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) ha deciso di mantenere l’attuale classificazione del glifosato (un potente diserbante, il più diffuso al Mondo) come causa di gravi danni agli occhi e tossico per la vita acquatica. Sulla base di un’ampia revisione delle prove scientifiche, il comitato ritiene che la classificazione del glifosato come cancerogeno non sia giustificata. Il RAC è composto da scienziati nominati dagli Stati membri dell’UE e nominati dal consiglio di amministrazione dell’ECHA.

Il comitato ha valutato le proprietà pericolose del glifosato in base ai criteri del regolamento sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio (CLP), considerando un’ampia quantità di dati scientifici e molte centinaia di commenti ricevuti durante le consultazioni.

Il parere del RAC è coerente con la proposta dei quattro Stati membri che attualmente valutano il glifosato: Svezia, Francia, Ungheria e Paesi Bassi, nonché con il precedente parere dello stesso RAC del 2017.

L’HEAL (Alleanza europea per l’ambiente e la salute) che raggruppa oltre 90 ONG di tutti i paesi europei, ha fortemente criticato l’orientamento del comitato ECHA.

Il parere adottato sarà pubblicato sul sito web dell’ECHA e inviato alla Commissione europea e all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) entro la metà di agosto. L’EFSA, a sua volta, effettuerà la sua valutazione dei rischi del glifosato, che dovrebbe essere pronta nel luglio 2023.

Successivamente le valutazioni delle due Agenzie saranno analizzate dalla Commissione Europea, che presenterà quindi agli Stati membri una relazione e una proposta di regolamento per stabilire se l’autorizzazione all’uso del glifosato (che scade il 15 dicembre 2022) possa essere rinnovata o meno.

Nel 2015  l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva catalogato il glifosato come un «probabile cancerogeno per l’uomo». L’EFSA, invece, nel novembre del 2015 aveva valutato che «è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo». 

Il glifosato ed il suo metabolita AMPA da qualche anno sono ricercati dalle attività di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee svolte dalle agenzie ambientali per la rilevazione dei pesticidi (I pesticidi in fiumi e laghi italiani) e, dai dati più recenti disponibili (2019) risulta (SINTAI: il portale delle acque di Ispra) che nel 40% delle stazioni di monitoraggio in cui è stato cercato sono stati rilevati residui di glifosato in quantità maggiore del Limite di quantificazione (LOQ).

Domande e risposte dal sito ECHA sul glifosato

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