Biodiversità Fiumi e laghi

Lago d’Orta: i canneti e la felce del lago sono in pericolo, i dati presentati in una ricerca

A un anno dalla firma del Contratto di Lago del Cusio, che prevede una serie di iniziative per la salvaguardia del territorio, sono tante le iniziative realizzate a supporto della salvaguardia del Lago d’Orta. A promuoverle e divulgarle alla comunità, oltre che a fare rete tra i partner, è l’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone.

La ricerca: la perdita del 40% dei canneti e della felce autoctona

Sono stati presentati i dati dell’indagine floristica commissionata da Ecomuseo e realizzata dal botanico Roberto Dellavedova sulle coste del Lago d’Orta, sostenuta dalla Fondazione CRT, da cui sono emerse indicazioni importanti sullo stato di salute del bacino lacustre.

Il censimento della flora dei canneti e degli ambienti del lago ha portato alla realizzazione di 130 rilievi, corrispondenti a circa 1.400 osservazioni. Grazie a questi dati, è stato possibile compilare un primo elenco floristico dedicato alla flora lacustre e peri-lacustre del lago.

Il lago d’Orta ospita 70 popolamenti di canneti equivalenti a circa 8700 mq. Tuttavia, questi sono in continua regressione. Nell’ultimo decennio, considerando l’intera area del lago d’Orta, la perdita dei canneti è stata di circa il 40% mentre la contrazione registrata, per i soli popolamenti del settore meridionale del lago che ospitava fino al 2010 la maggiore estensione, è stata dell’84%. I canneti che mostrano i più evidenti segni di deterioramento si trovano alla baia di Gozzano (NO), dove la riduzione è drastica, e nella porzione compresa tra Imolo e Buccione.

“La problematica dei canneti di Gozzano mostra tuttavia come gli ambienti siano dinamici e soggetti a diversi tipi di perturbazione. Le cause di questo stress andrebbero ulteriormente investigate ma, come prima ipotesi, potrebbe trattarsi di una conseguenza diretta riconducibile ad attività antropiche, quali la presenza dei bagnanti nella stagione estiva e il moto ondoso provocato dalle imbarcazioni, e alla presenza di varie specie di vertebrati e invertebrati erbivori che si alimentano con gli steli dei canneti stessi” afferma il botanico Roberto Dellavedova.

Le specie esotiche invasive, la felce simbolo del lago e l’influenza dell’uomo

Il censimento ha permesso di investigare altri ambienti delle sponde del lago, dove complessivamente sono stati individuati 10 habitat naturali differenti.

Se a lungo il lago d’Orta è stato considerato un lago quasi privo di vita, il recupero delle qualità delle sue acque ha favorito il ritorno delle comunità vegetali acquatiche che restituiscono ambienti e specie che erano giunte sull’orlo della scomparsa. Per i suoi valori di diversità floristica e vegetazionale il lago d’Orta, insieme alle aree umide del Mottarone, è stato identificato come un’area importante per le piante in Italia dalla Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente del territorio e del Mare.

La presenza di specie esotiche è un indice di come le attività dell’uomo influiscano sulla composizione floristica: circa il 27% della flora del lago è composta da specie alloctone, per cui non originarie del territorio, di cui un terzo (9%) ha un carattere invasivo, ovvero mostra la tendenza a prevalere sulle specie locali, compromettendone la sopravvivenza. Una in particolare la Elodea nuttallii è inserita nella Black list del Piemonte, in quanto potrebbe minacciare i popolamenti di altre specie autoctone in altri bacini lacustri

A livello globale sono ormai all’ordine del giorno le evidenze di un’alterazione degli equilibri climatici come conseguenza del surriscaldamento. L’archiviazione puntuale dei dati floristici, oltre ad essere di immediata utilità è, in realtà, un messaggio lasciato alle generazioni future che potranno rendersi conto di come era strutturata la componente biotica del lago d’Orta.

Il dottor Roberto Dellavedova, che ha realizzato la ricerca commissionata dall’Ecomuseo e realizzata col contributo della Fondazione CRT, spiega: “Lo studio ha avuto la possibilità di indagare quella che è la ricchezza del Lago d’Orta. Sono state censite 329 specie, molte spontanee e altre esotiche. Il 4% di quelle rilevate sono protette, tra cui la felce acquatica Isoëtes Echinospora, che è considerata il simbolo del Lago d’Orta e che si trova nei bassi fondali acquatici. Si tratta di un esemplare prezioso e in tutta Italia esistono pochissimi siti dove sopravvive. Tra le specie esotiche invasive, circa il 25% sono ‘sfuggite ai giardini privati’ o arrivate in modo autonomo sul lago”.

Print Friendly, PDF & Email

Rispondi

Translate »
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: