Nel precedente articolo Il 9% del territorio nazionale è in aree a rischio frane molto elevato o elevato abbiamo visto i dati nazionali e e regionali a rischio frane dei territori, della popolazione, degli edifici, delle imprese e dei beni culturali.
Dati contenuti nell’edizione 2021 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia recentemente presentato da Ispra, che fornisce il quadro di riferimento sulla pericolosità associata a frane e alluvioni, nonché sull’erosione costiera per l’intero territorio nazionale Dati che al contempo sono stati pubblicati nella piattaforma Idrogeo in formato aperto.
Un lavoro davvero prezioso svolto ormai da diversi anni da parte dei tecnici di Ispra, anche in collaborazione con le ARPA/APPA, che fornisce un quadro conoscitivo essenziale, dal quale dovrebbero partire – come affermato da numerosi interventi – politiche di tutela del territorio e di risanamento del dissesto idrogeologico, che davvero questi dati mostrano quanto siano indispensabili ed urgenti.
Il Rapporto Ispra evidenzia come le frane siano fenomeni estremamente diffusi in Italia, anche tenuto conto che il 75% del territorio nazionale è montano-collinare. Delle circa 900.000 frane censite nelle banche dati dei paesi europei, quasi i 2/3 sono contenute nell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) realizzato dall’ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome.
I fattori più importanti per l’innesco dei fenomeni franosi sono le precipitazioni brevi e intense, quelle persistenti e i terremoti. Negli ultimi decenni i fattori antropici, quali tagli stradali, scavi, sovraccarichi dovuti ad edifici o rilevati, hanno assunto un ruolo sempre più determinante tra le cause predisponenti delle frane.
La classificazione delle aree a pericolosità frane
I dati Ispra, relativi alle aree di pericolosità frana, basati sui Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), utilizzano una classificazione della pericolosità per l’intero territorio nazionale in 5 classi: pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA (DL 180/1998 e DPCM 29.9.1998). Le Aree di attenzione corrispondono generalmente a porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità.
Un milione e trecentomila persone si trovano in aree a pericolosità elevata o molto elevata di frane, analogamente 565mila edifici, 85mila imprese e 12.500 beni culturali. Si tratta di numeri assai significativi, che non possono essere ignorati e che richiedono interventi di prevenzione importanti.
Vediamo ora in dettaglio i dati provinciali e comunali, considerando anche che le amministrazioni locali più vicine al territorio sono anche quelle che in termini di pianificazione urbanistica possono e debbono operare tenendo conto di questi dati.
Nelle mappa interattive che seguono, cliccando rispettivamente sulla singola provincia ed il singolo comune sono visibili i dati per ciascuna classe di rischio relativamente alla superficie di territorio, popolazione, edifici, imprese e beni culturali.
Nelle tabelle interattive che seguono,poi, sono disponibili i dati di tutte le province ed i comuni, per classificazione delle aree a pericolosità frane ed in relazione a tutte le dimensioni: territorio, popolazione, edifici, imprese e beni culturali a rischio.
Le province che hanno una maggiore estensione di territorio a rischio pericolosità frane maggiore (P4+P3) sono Aosta, Forlì-Cesena, Lucca e Genova, nelle quali più di un quarto della superficie complessiva della provincia si trova in queste condizioni.
Per quanto riguarda i comuni, fra i primi trenta la maggior parte sono in provincia di Aosta, gli altri sono Cetara (SA), Atrani (SA), Montaguto (AV), Amalfi, Maiori e Positano (SA), con una percentuale di territorio ad alto rischio frane fra l'88,7% ed il 97,5%.
In tutte le tabelle che seguono sono visibili prima i dati delle circa 100 province e quindi dei circa 8mila comuni italiani, è possibile usare il campo di ricerca per visualizzare il comune che interessa.
Le province che hanno la maggior quantità di popolazione in zone a rischio pericolosità frane elevata o molto elevata sono nell'ordine Napoli, Salerno e Genova dove il numero di persone interessate è elevatissimo. da 66mila a 100mila. Da evidenziare anche altre 10 province dove le persone nelle stesse situazioni sono comunque tante, pù di 30mila: Avellino, Lucca, Firenze, Palermo, Frosinone, Torino, Potenza, Chieti, Caserta e Foggia.
A livello comunale la maggior quantità di persone interessate da un alto rischio frane si trovano a Napoli (più di 45mila) e Genova (30mila), in altri 11 comuni le persone a rischio sono fra 5 e 7mila: Chieti, Palermo, Massa, Domodossola, Camaiore, Cava de' Tirreni, Pozzuoli, Canosa di Puglia, Gragnano, Lucca e Monreale.
Salerno e Genova, rispettivamente con più di 31mila edifici e Genova con quasi 21mila sono le due province con un maggior numero di immobili a rischio elevato o molto elevato di frana, altri cinque comuni si collocano subito dopo con una quantità di edifici in situazione analoga fra i 15 ed i 20mila: Torino, Lucca, Avellino, Foggia e Napoli.
Fra i comuni Genova e Napoli ne hanno più di tremila, seguite - con più di 2mila da: Camaiore (LU), Ventasso (RE), Massa, Lucca, Sant'Agata di Puglia (FG), Bisaccia (AV) e Andria (BT).
Anche per il numero di imprese soggette ad alto rischio frane, troviamo in testa alla "classifica" le province di Napoli e Salerno, con oltre 6mila, seguite da Genova, Firenze, Torino, Lucca, Potenza e Avellino, tutte con più di duemila.
Fra i comuni sono Napoli e Genova con un maggior numero di imprese a rischio, seguiti da Camaiore (LU) e Pozzuoli (NA) con più di 500.
Infine, per quanto riguarda i beni culturali a pù elevato rischio troviamo le province di Napoli e Isernia, con più di 500 beni culturali, seguite da Viterbo, Siena e Genova, tutte con più di 350.
Nei comuni, il maggior numero di beni culturali a rischio si trovano a Napoli (446), seguita da Venafro (IS) e Genova, entramnbe con più di 100.