Nell’articolo I dati 1990-2019 dell’Inventario Nazionale delle Emissioni in Atmosfera ISPRA: il CO2 abbiamo visto come ISPRA gestisce e pubblichi l’Inventario Nazionale delle Emissioni in Atmosfera, nel quale sono contenuti i dati relativi alle emissioni di CO2 – insieme a quelli di molti altri inquinanti – fino al dettaglio provinciale. Poi, nell’articolo Il contributo del trasporto stradale alle emissioni di CO2 in Italia: i dati dell’Inventario Nazionale Ispra, abbiamo visto come il trasporto stradale contribuisca in modo importante alla produzione di emissioni di CO2, che devono essere azzerate al 2050 per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica stabilito dal Green Deal Europeo.
Nell’Inventario però ci sono anche le informazioni su tutti lgi altri inquinanti prodotti. In questo articolo ci soffermiamo in particolare sugli Ossidi di azoto (NOx).
Gli ossidi di azoto si formano durante qualsiasi combustione dove l’aria sia il comburente, in ragione della presenza di azoto e ossigeno. Nella miscela di reazione il monossido di azoto (NO) è prevalente ed è accompagnato da quote variabili di biossido di azoto (NO2). Quest’ultimo si forma in atmosfera prevalentemente in conseguenza di reazioni chimiche che coinvolgono l’ossido di azoto (NO) emesso da fonti primarie. Le principali sorgenti di ossidi di azoto sono costituite dalle combustioni nel settore dei trasporti (in particolare dai motori diesel), negli impianti industriali, negli impianti di produzione di energia elettrica e di riscaldamento civile.
La forte incidenza del trasporto stradale come fonte principale del biossido di azoto è stata confermata anche dalle analisi effettuate nel corso del lockdown dello scorso anno, sia dalle rilevazioni satellitari del programma europeo Copernicus, sia dalle rilevazioni effettuate da parte delle agenzie ambientali.
L’NO2 è tra i vari ossidi di azoto quello più importante da un punto di vista tossicologico. Tale composto possiede un forte potere ossidante, che esercita prevalentemente sulle mucose con cui viene in contatto. Numerosi lavori hanno evidenziato una associazione statisticamente significativa tra le concentrazioni atmosferiche di NO2 i ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie e anche i casi di mortalità anticipata. (vedi il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria)
L’andamento delle emissioni di NOx a livello nazionale (1990-2019)
I dati dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera ISPRA mostra come nel periodo 1990-2019 le emissioni totali sono diminuite in modo decisamente considerevole, per quanto riguarda le emissioni totali passando da 2 milioni e 185mila tonnellate alle 691mila (-68%), mentre per quelle da trasporto stradale da 996mila a 253mila tonnellate (-75%).
Nella tabella interattiva che segue i dati provinciali delle emissioni totali e da trasporto stradale di NOx, dove l'incidenza di quest'ultimo varia in modo decisamente importante, passando dal 66% di Monza e il 65% di Firenze all'11% di Taranto. Nelle province che si collocano nella parte finale di questa "classifica" (Taranto, Varese, Siracusa, Livorno) evidentemente il contributo prevalente è dato dagli impianti industriali presenti.
L'Inventario ISPRA fornisce informazioni di dettaglio sulle fonti emissive. Per quanto riguarda quelle derivanti dal trasporto stradale emerge (dato nazionale) la quasi equivalenza fra le emissioni dei veicoli per il trasporto di persone (automobili, ciclomotori e motocicli) rispetto a quelle per il trasporto merci (veicoli leggeri e pesanti, ma anche autobus); la nettissima prevalenza delle emissioni di NOx da veicoli con motore diesel rispetto a tutti gli altri; l'incidenza notevole delle emissioni che percorrono al rete autostradale.
Nella mappa interattiva che segue, sono visualizzabili (cliccando sulla singola provincia) i dati delle emissioni da trasporto stradale di NOx con il dettaglio della fonte: tipologia di veicoli, motorizzazione e strade.
I dati disponibili nell'Inventario ISPRA permettono analisi di dettaglio sulle fonti emissive, come nell'esempio della città metropolitana di Bologna nella tabella interattiva che segue.
Le informazioni disponibili per quanto riguarda gli ossdi di azoto, però, non si esauriscono con i dati dell'Inventario ISPRA, ma ci sono anche quelli relativi al monitoraggio della qualità dell’aria in Italia svolto dalle agenzie regionali e delle province autonome per la protezione dell’ambiente, che compongono – insieme ad ISPRA – il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che pubblicano i dati rilevati.
I dati si possono confrontare con i limiti di legge delle normative nazionali derivanti dalle Direttive dell’Unione Europea ma anche con le Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che proprio nel 2021 le ha aggiornate (la precedente versione è del 2005).
L’indicatore che meglio esprime l’esposizione media della popolazione a questo inquinante è costituito dalla media annuale, per il quale nell’aggiornamento delle Linee Guida OMS si è avuta una forte riduzione, alla luce delle evidenze scientifiche più recenti, portandolo a 10 microgrammi per metro cubo rispetto ai precedenti 40 che coincidevano con il limite di legge.
Per quanto riguarda l’ultimo anno prima della pandemia Covid-19, il 2019, per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), nelle 576 stazioni di monitoraggio presenti nel territorio nazionale, 109 hanno registrato valori inferiori a quello raccomandato dall’OMS per tutelare la salute umana e 30 hanno invece violato il limite fissato dalla legge italiana.
Ottimo report! fantastiche queste mappe interattive e i grafici. Un grande strumento conoscitivo l’inventario delle emissioni!
Grazie, ma è soprattutto merito del vostro lavoro e del fatto che mettete a disposizione di tutti i dati. Spero che in futuro possano essere disponibili anche i dati a livello comunale.