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Le proposte di Legambiente per contrastare l’inquinamento atmosferico anche in Toscana

Legambiente, nell’ambito della campagna Clean Cities, ha illustrato la fotografia della situazione per l’inquinamento atmosferico in Toscana, analizzando e commentando i dati del monitoraggio svolto da ARPAT. Alla conferenza stampa online sono intervenuti Fausto Ferruzza, presidente regionale dell’associazione ambientalista, Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente ed il direttore generale di ARPAT Pietro Rubellini.

Come ha ben spiegato Andrea Minutolo, “il problema dell’inquinamento atmosferico non è un problema esclusivamente ambientale, ma anche e soprattutto sanitario. In questo report di Mal’aria 2022 abbiamo voluto confrontare i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall’OMS. La revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi proprio in funzione dei limiti dettati dall’OMS. Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di procedure d’infrazione per gli Stati membri inadempienti.” Peraltro, l’Italia ha al momento attive tre procedure d’infrazione per tre inquinanti quali il PM10, PM2,5 e il biossido di azoto (NO2).

In precedenti articoli abbiamo visto i dati 2020 e del decennio precedente per i principali paesi europei, confrontati appunto con i valori normativi e quelli raccomandati dall’OMS prima nel 2005 ed ora nel 2021 per quanto riguarda PM10, PM2,5 e NO2, nonché le anticipazioni – relativamente alla Toscana – per le polveri del 2021. In generale la situazione italiana è fra le peggiori dei principali paesi europei.

A livello italiano, secondo i dati diffusi da Legambiente, nel 2021 su 102 capoluoghi di provincia nessuno rispetta tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per i tre principali inquinanti invernali: ossia una media annuale inferiore a 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media sotto i 5 μg/mc per il PM2.5 e sotto i 10 μg/mc per l’N02.

E ricordiamo come l’OMS sia quando ha presentato le nuove linee guida, che anche molto recentemente, ha ribadito come l’inquinamento atmosferico sia una emergenza sanitaria pubblica.

Rubellini ha evidenziato comunque come “i dati sulla qualità dell’aria 2021 facciano registrare un miglioramento, consolidando il trend positivo in atto già da diversi anni. Il miglioramento è frutto delle diverse iniziative messe in campo negli anni passati: il ricambio del parco auto e l’installazione di caldaie di nuova generazione per il riscaldamento domestico hanno eliminato autoveicoli e impianti termici obsoleti, determinando una riduzione di molti inquinanti atmosferici. Ora, per affrontare le importanti sfide ambientali che ci aspettano, dobbiamo però fare di più.”

Di fronte a questa fotografia impietosa, Legambiente torna a ribadire l’urgenza di ripensare le nostre città, in particolare le aree metropolitane, a partire dai grandi spazi pubblici. L’obiettivo è una mobilità sempre più sostenibile e intermodale, in condivisione ed elettrica.

“Anche la Toscana, come il resto del Paese – ha detto Fausto Ferruzza – linquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature, varate in modo armonico dal governo nazionale e da quelli regionali e comunali. In ambiente urbano, i due settori che incidono di più sono da sempre la mobilità e la climatizzazione domestica. Un cambio di paradigma è, quindi, necessario proprio a partire da questi due settori. Per questo, dobbiamo puntare davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione, ripensando totalmente l’interconnessione dei nostri spazi urbani. Ecco perché saranno cruciali le risorse del PNRR. Ancora: sarà rilevante puntare sull’efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio e bloccare definitivamente la commercializzazione dei veicoli a combustione interna entro il 2030.”

Le proposte di Legambiente

Legambiente avanza quindi le sue proposte per un “ecosistema urbano”:

  • ridisegnare gli spazi pubblici a misura d’uomo, con quartieri più interconnessi e accessibili, con più zone car free, la cosiddetta “città a 15 minuti” in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita, strade a 30 km/h, strade scolastiche;
  • aumentare il trasporto pubblico elettrico con tanti nuovi autobus per il TPL (rifinanziando il Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile a favore di soli autobus a zero emissioni);
  • per l’area metropolitana fiorentina, completare la rete tramviaria e investire ancor di più sulla cura del ferro (con nuovi treni e potenziamento della rete regionale, col completamento dell’elettrificazione, sia sulla Empoli-Siena – in corso- che sulla Siena-Grosseto, di là invece da venire);
  • incentivare la sharing mobility anche e soprattutto nelle periferie e nei centri minori;
  • realizzare nuove ciclovie e corsie ciclabili, rendendo l’80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore;
  • vietare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030 (e al 2035 per camion e autobus interurbani, prevedendo una strategia specifica per il biometano liquido per l’autotrazione), con lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti.
  • per il riscaldamento domestico, serve un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, con la promozione di abitazioni a emissioni quasi-zero (NZEB) grazie alla capillare diffusione di misure strutturali come il “Bonus 110%”, che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio da subito e a metano nei prossimi anni, verso sistemi più efficienti alimentati da fonti rinnovabili (es. pompe di calore, su tutti).  
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