Ambiente e salute Greenpeace Mare

Microplastiche nei pesci

Abbiamo trattato in più articoli il tema delle microplastiche, da vari punti di vista (Il monitoraggio delle microplastiche: agenzie ambientali e citizen science, Plastiche e microplastiche nei corsi d’acqua, Secondo uno studio del CNR le microplastiche non sono tutte uguali).

Questa volta segnaliamo lo studio “Microplastiche nel pesce mediterraneo. Uno studio di valutazione del rischio“, svolto da un gruppo di ricerca dell’Università di Catania, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Monastir in Tunisia.

Le microplastiche (MPs) sono considerate una minaccia emergente per la salute umana. Non esistono ancora dati completi sulla loro presenza nei tessuti dei pesci e quindi sulla loro trasmissione agli esseri umani.

Lo studio ha inteso rilevare e quantificare la presenza di MPs (<3 μm) in diversi pesci e molluschi commestibili (la sardina Sardina pilchardus, l’orata Sparus aurata selvatica e di allevamento, la triglia Mullus surmuletus, la sogliola Solea Solea e le cozze Mytilus galloprovincialis) dalla costa meridionale del Mar Mediterraneo.

Le microplastiche sono stati rilevate attraverso un innovativo metodo di estrazione accoppiato ad un microscopio elettronico a scansione SEM-EDX. Sono state calcolate le Assunzioni Giornaliere Stimate (EDIs) per adulti e bambini per ogni specie, rilevando valori preoccupanti.

A tale proposito i ricercatori evidenziano che i dati da loro prodotti dovrebbero essere attentamente considerati in vista dell’esposizione diretta degli esseri umani a particelle di plastica sotto i 3 μm attraverso il consumo di pesce per gestire meglio i rischi correlati.


Un altro studio, condotto da Greenpeace in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) e l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, durante il tour “May day SOS Plastica”, è stato effettuato nel 2017 e nel 2019 nelle acque dell’Isola del Giglio nell’Arcipelago Toscano, in due zone diverse dell’Isola (Giglio Porto e Giglio Campese), effettuando sia campioni di acqua che di pesce.

Nelle due tabelle riprodotte qui sotto i dati relativi alla quantità di microplastiche (MPs) rilevate in acqua, variabili da 0,053 a 0,195 frammenti per metro cubo. A tale proposito ricordiamo i dati del monitoraggio delle microplastiche delle agenzie ambientali da cui risulta (per il triennio 2015-2017) nel Mediterraneo Occidentale (Tirreno) una quantità media di 0,68 microparticelle per metro cubo.

Presenza di microplastiche (MPs) in acqua nelle due campagne di monitoraggio effettuate nel 2017 e nel 2019

Per quanto riguarda, invece, le MPs ingerite dai pesci, nella tabella seguente si evidenzia una notevole variabilità. Nel 2017, 15 su 32 organismi analizzati (47%) avevano MPs nel tratto gastrointestinale, dal quale sono state estratte 22 microparticelle; nel 2019 in 19 dei 29 pesci ed altri organismi analizzati (65,5%) sono stati rilevati 37 frammenti di MPs ingeriti.

Si tratta di un fenomeno grave che minaccia l‘equilibrio dell’ecosistema marino e mette a dura prova la salute ambientale e anche la nostra poiché i rischi e le conseguenze del consumo di pesce contaminato non sono ancora del tutto chiari.

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