Venerdì 24 settembre si è svolto on line il primo dei webinar promosso dal gruppo di esperti e scienziati “Mind for OneHealth” (M4OH), in collaborazione con Isde Italia, con la collaborazione con Rete Italiana Medici Sentinella-RIMSA, Slow Medicine, Verso un’ecologia della salute, Rete Italiana Ambiente e Salute-RIAS, Associazione Italiana Epidemiologia-AIE E con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il gruppo M40H è composto da docenti, ricercatori ed esperti di diverse discipline accomunate dalle finalità di protezione degli ecosistemi, dell’ambiente in cui viviamo e della salute umana e degli organismi viventi ha predisposto un documento “Cambiamento climatico e pandemie: cambiare prima che sia troppo tardi!” di proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inviato al Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il documento poi è stato corredato da una serie di schede di approfondimento su vari temi.
Nel documento si evidenzia come tutti gli organismi scientifici nazionali e internazionali sono concordi nel ritenere che i mutamenti indotti dal cambiamento climatico rappresentano una grande minaccia per la salute dell’uomo. Tali mutamenti, infatti, sono responsabili di molti effetti avversi quali la perdita della biodiversità, l’estinzione di specie animali e vegetali, la desertificazione, la diminuzione delle riserve idriche, l’erosione del suolo, la genesi di eventi meteorologici estremi, l’aumento delle resistenze batteriche e la diffusione di epidemie. Il documento ricorda inoltre che le stesse attività umane che emettono gas climalteranti causano anche inquinamento a scala locale, che ha un impatto negativo sulla salute umana.
Il gruppo M40H, insieme con Isde Italia, ha organizzato una serie di seminari che vogliono essere un momento di ulteriore approfondimento tra esperti di diverse discipline e un’occasione per condividere le conoscenze scientifiche e confrontarsi successivamente con rappresentanti del mondo politico, scientifico e della società civile.
L’obiettivo è quello di concorrere a far crescere la consapevolezza sull’emergenza costituita dalla crisi climatica e le sue implicazioni sull’ambiente e sulla salute delle persone, stimolando al contempo scelte di policy e azioni immediate che permettano di evitare il disastro ormai alle porte.
Ha aperto la mattinata Roberto Romizi, Presidente di Isde Italia, che illustrato gli obiettivi di questa serie di iniziative.
Marco Talluri poi ha coordinato il panel dedicato agli impatti della crisi climatica, alla luce anche della pandemia, sottolineando la concomitanza dell’iniziativa con lo sciopero mondiale promosso dal movimento Fridays for Future. Il gruppo di scienziati che si è ritrovato in M40H esprime il tentativo di operare per una scienza in azione che opera con finalità convergenti con quelle del movimento dei giovani animati da Greta Thunberg.
Il professor Giovanni Viegi (CNR) ha sottolineato come 7 milioni di decessi sono attribuibili annualmente nel mondo all’inquinamento atmosferico esterno ed interno. Le principali malattie connesse sono le respiratorie, cardio-cerebro-vascolari ed il diabete. Tali malattie e quelle infettive emergenti sono condizionate anche dall’interazione coi cambiamenti climatici. Bisogna adeguare i limiti normativi dell’Unione Europea alle nuove linee guida dell’OMS presentate il 22 settembre 2021, considerando che la mitigazione del cambiamento climatico riduce anche l’inquinamento atmosferico.
Il professor Roberto Buizza (Scuola Superiore Sant’Anna) ha ricordato che nell’agosto 2021 e’ stata pubblicata la prima parte del VIo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il Summary for Policy Makers (SPM). SPM conferma che l’uomo è la causa principale del cambiamento climatico, e che le emissioni di gas serra continuano a crescere sempre più rapidamente.
Le conseguenze sono visibili in ogni paese, basti pensare alle alluvioni o agli incendi che hanno colpito vari parti del mondo questa estate. SPM dice anche che il cambiamento climatico può venire controllato se, e solo se, si inizia immediatamente a ridurre le emissioni di gas serra in maniera sostanziale. Nella sua presentazione ha riassunto brevemente lo stato del clima, ed i punti principali discussi da SPM.
Il professor Andrea Manto (Pontificia Università Lateranense) ha ricordato che l’attenzione all’ambiente da parte della Chiesa viene da lontano, quando nella Bibbia si parla di custodia del Creato. L’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco ed il richiamo ad una ecologia integrale esprime la necessità di operare per favorire l’acquisizione del senso di responsabilità da parte dell’Umanità nei confronti del Creato e delle future generazioni. Occorre creare una coscienza collettiva per il bene comune che rifugga dal prevalere di un approccio egoistico.