Riciclo

Pinocchio di Pinocchi a Palazzo Vecchio

Dal 17 marzo al 9 aprile è esposta all’interno del cortile del Michelozzo di Palazzo Vecchio a Firenze il “Pinocchio di pinocchi“, un’opera alta tre metri, di Edoardo Malagigi.

Uno dei simboli della Toscana, figlio dell’artista fiorentino Carlo Lorenzini (in arte Carlo Collodi), Pinocchio compie 140 anni dalla prima pubblicazione. Pinocchio è una delle icone più riconoscibili al Mondo. Per l’occasione il Comune di Firenze ha effettuato l’installazione di un Pinocchio gigante frutto del lavoro dell’artista fiorentino, sapientemente realizzato riciclando scarti di lavorazione e pezzi difettati di burattini in legno di più piccole dimensioni.

La scultura vuole invitare a riflettere sulla necessità del riuso e recupero dei materiali e a considerare i rifiuti stessi come una risorsa preziosa. Come afferma Malagigi: “i rifiuti non esistono”. E’, infatti, necessario riconsiderare il concetto di “rifiuti”, non più elementi che hanno completamente terminato il proprio ciclo di vita, ma materiali che hanno ancora molto da dare e che possono e devono essere re-impiegati nella realizzazione di nuovi oggetti.

Il lavoro è stato fatto a Firenze nel 2007. Il burattino, nella parte esterna del corpo, è fatto con gli scarti di lavorazione e pezzi difettati delle aziende del Lago D’Orta che costruiscono il burattino. I frammenti sono stati raccolti dall’azienda Mastro Geppetto. L’interno è di polistirolo tornito, è alto 5,70 metri, riproduce in grande la forma del popolare gadget della fine dell’800. E’ articolabile, composto di 5 pezzi, può assumere diverse posture, seduto, in piedi, in corsa o che cammina.

Riflessioni sui materiali

Edoardo Malagigi afferma che “Si auspica che l’immagine di un’opera, che affascina e rimane impressa nella retina dell’osservatore, sia veicolo di consapevolezza. Senza questo fascino, il ricordo sbiadirebbe ed arduo sarebbe arrivare ad una presa di coscienza. A volte il prezzo da pagare per raggiungere fascino e desiderio, e quindi un tempo di attenzione prolungato, può comportare una minore attenzione all’uso di materiali naturali. Nella malaugurata sorte che la scultura debba essere dismessa, la separazione delle parti sarà, tuttavia, relativamente facile a differenza di molti prodotti industriali. L’analisi costitutiva e organolettica dei materiali dovrebbe sempre prendere in considerazione la fattura: artigianale o industriale. Nel nostro caso, l’oggetto è artigianale e non di serie; fatto per esposizioni pubbliche, non replicabile né riproducibile a differenza dei prodotti per il mercato. Questo pinocchio, concepito e realizzato quasi 20 anni fa, se fosse immaginato oggi, sarebbe pensato differentemente, secondo la linea di ricerca artistica progredita e maturata negli anni, in cui si collocano opere che presentano una parte interna in materiali cellulosici di riuso e facilmente riciclabili.”

Le precedenti presentazioni dell’opera

La scultura è stata presentata la prima volta il 3 giugno 2010 nella sala del Palazzo dei Congressi del Porto Antico di Genova per l’apertura del forum del UNEP (United Nations Environment Programme, con sede a Ginevra) e inaugurata dall’allora segretario generale Gaetano Leone, in occasione delle Giornate Internazionali dell’Ambiente, di cui è divenuta l’emblema; nel 2015 nella Galleria Sensus di Claudio Cosma a Firenze; nel 2016 nella Biblioteca Pubblica di Lastra a Signa; nel 2017 alla Camera di Commercio di Pisa, nel 2018 ad Arte Fiera, Pinacoteca di Bologna e Centro Culturale Altinate San Gaetano, Padova.

Altre opere di Edoardo Malagigi

Edoardo Malagigi ha insegnato per 40 anni all’Accademia di Belle Arti di Firenze e da tempo è impegnato a realizzare installazioni artistiche utilizzando come materia prima dei rifiuti.

Nell’agosto del 2019 l’ho incontrato, intervistandolo, nella zona industriale di Pisa, in un capannone di Herambiente, dove – insieme ad un gruppo di volontari – stava costruendo un capodoglio lungo 12 metri, delle dimensioni reali di questo mammifero marino che vive nel Santuario dei cetacei Pelagos, che si estende fra la Liguria, la Corsica e la Toscana.

Nel 2009 in Sardegna a Pula (CA) ha coinvolto la popolazione locale realizzando “Schillellè”, un pesce lungo 8 metri, fatto di rifiuti che il mare riporta sulla terra ferma; bottiglie, scarpe, reti, legni, plastiche varie. Ha le sembianze del popolare muggine dal quale si estrae la “bottarga”.

Nel 2013, a Naha la capitale dell’isola di Okinawa in Giappone. Sono stati raccolti migliaia di piccoli rifiuti arrivati dall’oceano al porto di Naha. Questi sono stati poi lavati e poi ancora piegati con la tecnica degli origami diventando così dei fiori da collocarsi all’esterno di una forma lunga otto metri simile al dugongo, un mammifero in via di estinzione, che ancora frequenta le coste dell’isola.

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