Stiamo ormai per entrare nella stagione autunnale durante la quale è più probabile che gli inquinanti atmosferici presenti nelle nostre città raggiungano concentrazioni più elevate, a causa della concomitanza di condizioni meteorologiche che ne favoriscano la stagnazione e la presenza contemporanea ed intensa di fonti emissive, in particolare riscaldamenti e trasporto su strada.
Recentemente l’Agenzia Europea per l’Ambiente sulla base dei dati rilevati da oltre 4.500 stazioni di monitoraggio in 40 paesi europei ha evidenziato che la maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea (UE) ha superato nel 2019 almeno uno o più dei limiti stabiliti dalle norme europee per gli inquinanti nell’aria ambiente. Limiti di legge che sono quasi tutti superiori ai valori che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva raccomandato di non superare con le proprie linee guida del 2005 per proteggere la salute umana dagli impatti degli inquinanti atmosferici; l’aggiornamento di quelle linee guida è stato presentato proprio nei giorni scorsi e propone valori ancora più cautelativi.
Si aprirà ora nell’ambito del complesso processo decisionale dell’Unione Europea un confronto per valutare la necessità di aggiornare anche i limiti previsti dalle Direttive che poi vengono recepite e diventano cogenti nei singoli stati dell’Unione.
A livello italiano il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha pubblicato a gennaio i dati sull’andamento di PM10, PM2,5 e NO2 nel 2020 e del quinquennio precedente.
Vediamo qui la situazione che si registra in Toscana, grazie al monitoraggio effettuato da ARPAT attraverso la rete di stazioni dislocate su tutto il territorio regionale. L’Agenzia mette a disposizione di tutti i dati in formato aperto, per quanto riguarda gli indicatori annuali dal 2007 al 2020 e poi, con aggiornamenti quotidiani, ed in alcuni casi (inquinanti gassosi) addirittura in tempo quasi reale.
Abbiamo scaricato ed analizzato i dati dei principali inquinanti invernali e cioè polveri sottili (PM10 e PM2,5) e biossido di azoto (NO2).
Per quanto riguarda il PM10 i dati relativi alle medie annuali mostrano un andamento nel tempo in deciso miglioramento considerato che negli ultimi due anni la maggior parte delle stazioni di monitoraggio rispettano sia i limiti di legge che le indicazioni, dell’OMS (Linea Guida del 2005) per la tutela della salute umana, mentre quelle più stringenti dell’aggiornamento delle LG OMS 2021 sono ancora in larga misura non rispettate.
Per quanto riguarda gli episodi acuti di inquinamento, evidenziati dai superamenti del limite giornaliero, ormai quasi il 40% delle stazioni di monitoraggio rispetta anche il valore raccomandato dall'OMS, che è davvero molto ridotto (non registrare più di 3 superamenti del limite giornaliero in un anno) e da quattro anni una sola centralina non ha rispettato il limite di legge.
Per quanto riguarda il PM2,5, una tipologia di particolato ancora più insidioso per la salute, in quanto minore è la dimensione delle particelle e più facilmente riescono a penetrare nel nostro sistema respiratorio, va detto che da sempre tutte le stazioni di monitoraggio rispettano il limite di legge, ma la stragrande maggioranza non i valori raccomandati dall'OMS sia nelle Linee guida 2005 che in quelle del 2021.
Anche per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), inquinante fortemente correlato con le emissioni dei veicoli a motore, ed in particolare quelli diesel, la situazione è notevolmente migliorata nel tempo e l'unica, da alcuni anni, stazione di monitoraggio che non rispetta il limite di legge è quella di FI-Gramsci, collocata in una delle più trafficate arterie fiorentine.
Nei seguenti grafici interattivi sono visibili i dati di dettaglio per tutto il periodo considerato per le singole stazioni di monitoraggio.
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