Il tema della sostenibilità e dei modelli di misurazione delle performance delle organizzazioni sono stati negli ultimi trent’anni al centro dell’attività di ricerca e di promozione di sistemi virtuosi di gestione da parte del Consorzio Universitario in Ingegneria per la Qualità e l’Innovazione, (QUINN), rifacendosi al motto Galileiano “Conta ciò che si può contare, misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è”. Nello sviluppo di questa ricerca è stato coinvolto con ruolo da protagonista l’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Da questa collaborazione sono state prodotte le “Linee guida ad una scelta consapevole dei metodi per misurare la sostenibilità aziendale“.
Il documento è strutturato come un percorso attraverso il quale il lettore acquisisce gli strumenti conoscitivi per elaborare la scelta del modello di misurazione della sostenibilità più adeguato alle caratteristiche della sua organizzazione.

Il primo step è dedicato alla presentazione delle più recenti evoluzioni del concetto di “sostenibilità”. Questo concetto è analizzato nella sua evoluzione dalla Corporate Social Responsibility all’approccio ESG (Environmental, Social, Governance), per concretizzarsi nella trattazione di esperienze di strumenti di misura.
Nell’ambito del processo di evoluzione in corso, il documento segnala come di primaria importanza la proposta presentata nell’Aprile 2021 dal Parlamento europeo di Corporate Sustainability Reporting Directive, che prevede di estendere l’obbligo di rendicontazione non finanziaria (previsto dalla cd Direttiva Barnier) a tutte le grandi società e a tutte le società quotate sui mercati regolamentati UE (con l’eccezione delle microimprese).

Dalla fase di consapevolezza si passa a quella dell’analisi comparata dei modelli di misura di sostenibilità, così da ampliare il proprio know-how sugli strumenti offerti dal mercato e dall’accademia per la misurazione. Si affrontano in maniera puntuale le specificità di ogni modello e i diversi approcci attraverso l’analisi comparata e la questione della ricerca di standard condivisi.
Nel documento si evidenzia come il prodotto finale di tutti i modelli di valutazione dei criteri ESG è un report di sostenibilità. Si tratta di un documento utile a rappresentare un quadro completo e dettagliato dei fattori e degli indici esaminati, nonché a fornire un giudizio finale del grado di sostenibilità dell’organizzazione.
Quindi si parla del rating di sostenibilità (o rating ESG) che è “un giudizio sintetico che certifica la solidità di un emittente, di un titolo o di un fondo dal punto di vista delle performance ambientali, sociali e di governance”. Esso è affidato a centri di ricerca specializzati nella raccolta ed elaborazione di informazioni, dati sul comportamento ambientale, sociale, di governance ed etico delle imprese, le cosiddette agenzie di rating ESG. Il rapporto poi si addentra nella descrizione di metodologie differenziate per effettuare la valutazione del rating di sostenibilità da parte delle varie agenzie specializzate.
Negli ultimi decenni, le questioni ambientali e climatiche stanno interessando sempre più le politiche ambientali dell’UE, che si trova attualmente ad affrontare sfide senza precedenti quali la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici, l’uso delle risorse e l’inquinamento. In tale contesto si tratta delle certificazioni EMAS ed Ecolabel UE.
L’Ecolabel UE è il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea che contraddistingue prodotti e servizi che, pur garantendo elevati standard prestazionali, sono caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita.
Il Sistema comunitario di ecogestione e audit EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) è un sistema a cui possono aderire volontariamente le imprese e le organizzazioni, sia pubbliche che private, aventi sede nel territorio dell’Unione Europea, o al di fuori di esso, che desiderano impegnarsi nel valutare e migliorare la propria efficienza ambientale.

I dati europei, aggiornati a marzo 2023, con 2.367 licenze Ecolabel UE attualmente in vigore per un totale di 89.357 prodotti/servizi, confermano questa crescente “sensibilità ambientale” a livello italiano visto il posizionamento del nostro paese per numero di licenze nella classifica dei Paesi UE in cui il cui primo posto spetta alla Germania (18%), seguita appunto dall’Italia (16%) e poi la Francia (15%), mentre per numero di prodotti/servizi il primato spetta alla Spagna (20%) seguita dall’ Italia (16%), Germania (12%) e Francia (10%).
Le etichette “ecologiche” sono certificazioni ambientali di prodotto e nascono dall’esigenza di fornire ai consumatori, pubblici e privati, informazioni chiare, trasparenti e immediate sulle prestazioni ambientali di un prodotto o di un servizio. Rappresentano uno strumento per favorire la diffusione di prodotti “verdi” facendo leva sul coinvolgimento dei consumatori, delle amministrazioni e delle imprese.
Il percorso ha una sua naturale fine nella presentazione delle linee guida per la scelta del modello di misurazione. Il tutto è strutturato partendo dall’inquadramento dello scopo della misurazione, per poi giungere a suggerimenti pratici per la scelta del modello di misura più adatto alle specificità della propria organizzazione, con riferimento alla dimensione, allo scopo e al settore di appartenenza.
Si tratta di una guida per favorire il percorso di avvicinamento alla rendicontazione non finanziaria da parte delle PMI, che si articola attraverso un percorso di 3 step:

- Una prima fase di self-assessment strategico volto a comprendere il grado di attenzione e consapevolezza dell’azienda sulle tematiche non finanziarie che hanno impatto sul proprio business. Nell’allegato vengono proposte una serie di domande di auto-valutazione distinte per ambiti, utili a mappare le politiche e le azioni della governance e ad affiancare l’azienda nella selezione dei principali indicatori di performance.
- Una seconda fase relativa alle possibili informazioni da rendicontare in base alla compilazione di specifiche schede informative (presenti nell’Allegato 2), secondo un approccio applicativo di tipo differenziale tra micro, piccola e media impresa.
- La terza e ultima fase Allegato 3 – Approccio alla rendicontazione non finanziaria (d.lgs. 254/16) riguarda solo le medie imprese che già pubblicano un bilancio di sostenibilità.