È online la quarta edizione del rapporto “Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia”, nel quale il GSE (Gestore Servizi Energetici) traccia il quadro statistico dello sviluppo e della diffusione dei sistemi di teleriscaldamento e di teleraffrescamento in esercizio in Italia, con approfondimenti dedicati alle diverse tipologie di reti, di impianti e di volumetrie servite.
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), presentato dal Governo italiano alla Commissione europea nel 2020, assegna ai sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento un ruolo di rilievo nel perseguimento degli obiettivi nazionali di sviluppo sostenibile e di risparmio energetico, prevedendo un’estensione significativa delle reti ed evidenziando la necessità della diffusione di sistemi efficienti.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia (PNRR), in particolare la Missione 2, Componente 3, Investimento 3.1 “Sviluppo di sistemi diteleriscaldamento”, con risorse complessive pari a 200 milioni di euro.
Le reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento
Il Decreto Legislativo 102/2014 definisce una rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento come un “Sistema di trasporto dell’energia termica, realizzato prevalentemente su suolo pubblico, finalizzato a consentire a chiunque interessato, nei limiti consentiti dall’estensione della rete, di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria.”
Nella mappa che segue sono evidenziati i territori comunali nei quali si rileva almeno una rete di teleriscaldamento (colore rosso) e almeno una rete di teleraffrescamento (colore azzurro) in esercizio in Italia alla fine del 2020.

I sistemi in esercizio in Italia nel 2020 sono 337, diffusi in oltre 280 comuni, distribuiti in 13 regioni e province autonome del centro e nord Italia, per un’estensione complessiva delle reti di oltre 5.000 km e 9,85 GW di potenza installata, di questi, il 50% circa si concentra nei 114 comuni teleriscaldati della Lombardia e del Piemonte; considerando il solo settore residenziale, queste reti soddisfano il 2% circa della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria del Paese.


Il 68% circa della potenza installata si concentra in impianti di sola produzione termica, il restante 32% in impianti che operano in assetto cogenerativo e che producono quindi in maniera combinata calore ed energia elettrica. Le fonti fossili (prevalentemente gas naturale) alimentano complessivamente l’82% della potenza installata complessiva; le fonti rinnovabili sono maggiormente utilizzate in impianti di sola produzione termica (biomassa solida, geotermia).


Osservando la distribuzione dell’energia termica immessa nelle reti di teleriscaldamento per fonte energetica emergono le peculiarità delle singole regioni e province autonome. Mentre infatti in Piemonte, Liguria, Umbria, Marche e Lazio la fonte energetica utilizzata è quasi esclusivamente il gas naturale, in Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Trento e Bolzano è piuttosto diffuso anche l’impiego di biomassa solida. La Toscana si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso di fonte geotermica per alimentare le reti di TLR; in Lombardia ed Emilia Romagna invece si rilevano impieghi di rifiuti, in termini percentuali sul mix energetico che alimenta le reti di teleriscaldamento, relativamente elevati.

Teleraffrescamento
In Italia i sistemi di teleraffrescamento si stanno sviluppando progressivamente sfruttando sia l’efficienza di sistema sia la possibilità di essere realizzati utilizzando infrastrutture già esistenti; attualmente, tutti i sistemi di teleraffrescamento in esercizio in Italia sono associati a sistemi di teleriscaldamento.
In Italia, a fine 2020, risultano in esercizio 30 reti di teleraffrescamento; i comuni in cui esiste almeno un sistema sono 27, distribuiti in 9 regioni e province autonome del centro e nord Italia. Complessivamente, l’estensione delle reti di teleriscaldamento è pari a 32,5 km, per una volumetria raffrescata di 8,9 milioni di metri cubi e risulta prevalentemente associata al settore terziario (94%).
Il 90% dell’energia termica che si ritiene venga impiegata per alimentare sistemi di raffrescamento risulta prodotta da fonti fossili, il restante 10% da fonti rinnovabili; si precisa inoltre che il 76% dell’energia da fonti rinnovabili è prodotta dalla quota biodegradabile dei rifiuti urbani.



I fondi del PNRR per il teleriscaldamento
Il Ministero della Transizione Ecologica ha emanato a giugno il decreto ministeriale con il quale viene data attuazione all’investimento 3.1 (M2C3) del PNRR.
Il provvedimento finanzierà con duecento milioni di euro progetti relativi alla costruzione di nuove reti o all’estensione di reti esistenti, in termini di clienti riforniti, compresi gli impianti per la loro alimentazione. In questo senso, sarà priorità allo sviluppo del teleriscaldamento efficiente, ovvero basato sulla distribuzione di calore generato da fonti rinnovabili, da calore di scarto o cogenerato in impianti ad alto rendimento.
L’obiettivo dell’investimento è mirato allo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e alla costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, ipotizzando che il 65 per cento delle risorse sia allocato per le reti (costo 1,3 mln a km) e il 35% circa a sia dedicato allo sviluppo di nuovi impianti (costo 0,65 mln a MW).
I 200 milioni di euro disponibili vengono così suddivisi: 50 milioni di euro sono destinati a sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento efficiente di piccole dimensioni, ossia a progetti che prevedono un investimento complessivo inferiore a 10 milioni di euro; 150 milioni di euro sono destinati a sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento efficiente di qualunque dimensione.
E’ stato anche già pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione delle proposte progettuali da parte degli operatori che saranno aggiudicate entro dicembre 2022.