incendi Ispra Istat

Un anno da record per gli incendi in Italia

Al 12 agosto già più di 120ettari di territorio sono stati bruciati. Il Catasto degli incendi gestito ora dall’Arma dei Carabinieri e prima dal Corpo Forestale dello Stato.

Continuano in gran parte dell’Italia meridionale ed insulare devastanti incendi in questa estate che rischia di segnare un nuovo record.

Abbiamo visto in un precedente articolo che sono disponibili in tempo quasi reale i dati sulla situazione degli incendi grazie al sistema di satelliti in orbita intorno al pianeta. Grazie ad essi il sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS), gestito dal Centro comune di ricerca (JRC), riferisce in merito al numero di incendi e alla zona incendiata, i cui dati sono considerati più attendibili e pertinenti.

Nell’immagine gli incendi attivi fra il 4 e l’11 agosto nell’Italia meridionale ed in Grecia

Quest’anno la situazione è particolarmente grave nel nostro Paese, dove al 12 di agosto sono già bruciati più di 120mila ettari di territorio, molti di più , a questa data della media degli anni fra il 2008 ed il 2020, ed in assoluto più dei dati annuali dal 2009 in poi (ad eccezione del 2017).

I dati ed il ruolo del Corpo Forestale dello Stato ora Carabinieri, Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare

Sono però anche disponibili dati elaborati a livello nazionale da parte prima del Corpo Forestale dello Stato ed ora dal Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri, e diffusi da ISTAT.

L'Arma dei Carabinieri - Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare - CUFA - (e in precedenza il Corpo Forestale dello Stato), che istituzionalmente svolge un compito di salvaguardia del patrimonio forestale nazionale, ha un ruolo attivo nelle attività di previsione e lotta agli incendi in modo continuativo durante tutto l’anno con una particolare concentrazione di sforzi, sia in termini di uomini che di mezzi, nei periodi di alta criticità (solitamente tra i mesi di giugno e di settembre), durante i quali il maggiore impegno operativo è concentrato nella prevenzione ed in attività di intervento e di spegnimento degli incendi.

Le attività del CUFA non si limitano alla sola attività di prevenzione e di intervento degli incendi, ma comprendono una serie di attività collaterali che prevedono la raccolta di tutte le informazioni a corredo di ciascun evento, comprese la perimetrazione e la misurazione delle superfici percorse dal fuoco.

La legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000 definisce divieti, prescrizioni e sanzioni sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco prevedendo la possibilità da parte dei comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate.

In particolare la legge stabilisce vincoli temporali che regolano l’utilizzo dell’area interessata ad incendio: un vincolo quindicennale, un vincolo decennale ed un ulteriore vincolo di cinque anni. Innanzitutto le zone boschive ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni (vincolo quindicennale), è comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente.

Inoltre, sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, è vietata per dieci anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione.

Infine sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici.

La procedura amministrativa delineata dalla Legge prevede che una volta individuate le particelle catastali interessate dagli incendi, venga prodotto un elenco delle stesse che verrà affisso all’Albo Pretorio del Comune per 30 giorni, durante tale periodo è prevista la possibilità, per i cittadini interessati, di presentare ricorso contro l’apposizione del vincolo. Trascorso tale periodo senza che non siano state sollevate obiezioni, il vincolo risulta attivo a tutti gli effetti.

Per l’apposizione dei suddetti vincoli la legge stabilisce che i Comuni provvedano al censimento, tramite apposito catasto, dei soprassuoli già percorsi dal fuoco potendosi avvalere dei rilievi effettuati dall'Arma dei Carabinieri - Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare (CUFA).

Il CUFA mette a disposizione dei comuni uno specifico servizio di assistenza a partire dai dati contenuti nel Catasto degli incendi, attraverso è possibile effettuare l'estrazione ed individuazione delle particelle catastali afferenti all'area incendiata a partire dalla base dati catastale presente nel SIAN - Sistema Informativo Agricolo Nazionale.

L'andamento degli incendi dal 1970 al 2018

I dati raccolti dal CUFA differiscono da quelli indicati dal sistema europeo EFFIS, anche se in ordine di grandezza sono coerenti, in quanto sono il frutto di un lavoro a posteriori molto più puntuale ed accurato sul territorio, che richiede tempo e che, come abbiamo visto sopra, ha effetti cogenti.

Come si può vedere chiaramente da questo grafico, l'andamento degli incendi boschivi è molto variabile nel tempo, risentendo sicuramente della situazione meteorologica, anche se gli stessi dati diffusi dai Carabinieri e prima dal Corpo Forestale dello Stato indicano una componente umana molto forte, sia essa stata accertata come dolosa (in alcuni anni per oltre il 70% degli incendi) che colposa (per gli anni più recenti).



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