Secondo il rapporto, diffuso in vista del COP26. una nuova economia energetica sta emergendo – ma non ancora abbastanza rapidamente per raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050. Il consumo mondiale di carbone sta crescendo fortemente quest’anno, spingendo le emissioni di anidride carbonica verso il loro secondo aumento annuo più alto nella storia.
Mentre si avvicina il momento cardine della COP26, il nuovo World Energy Outlook dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) indica che il progresso nel settore dell’energia pulita è ancora troppo lento per portare le emissioni globali a un declino continuo verso l’azzeramento necessario al 2050, sottolineando la necessità di un segnale inequivocabile e della decisione di intraprendere azioni adeguate da parte dei governi a Glasgow.
La nuova analisi – che l’IEA ha messo a disposizione – lancia forti avvertimenti sulla direzione in cui le attuali impostazioni politiche stanno portando il mondo. Ma fornisce anche un’analisi chiara di come muoversi in modo ben gestito verso un percorso che avrebbe buone probabilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi C ed evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico.
Il rapporto mostra che, anche se l’utilizzo di energia solare ed eolica sta aumentando, il consumo mondiale di carbone sta crescendo fortemente quest’anno, spingendo le emissioni di anidride carbonica (CO2) verso il loro secondo aumento annuo più alto nella storia.
Oltre allo scenario “Zero emissioni al 2050” (Net Zero Emissions by 2050 – NZE), il rapporto esplora altri due scenari per ottenere informazioni su come il settore energetico globale potrebbe svilupparsi nei prossimi tre decenni – e quali sarebbero le implicazioni.
Lo scenario delle Politiche Dichiarate (Stated Policies – STEPS) rappresenta un percorso basato sulle misure energetiche e climatiche che i governi hanno effettivamente messo in atto fino ad oggi, così come iniziative politiche specifiche che sono in fase di sviluppo. In questo scenario, quasi tutta la crescita netta della domanda energetica fino al 2050 è coperta da fonti a basse emissioni, ma ciò lascia le emissioni annuali ancora intorno ai livelli attuali. Di conseguenza, le temperature medie globali sono ancora in aumento raggiungendo i 2,6° C sopra i livelli pre-industriali nel 2100.
Lo scenario Impegni Annunciati (Announced Pledges – APS) mappa un percorso in cui le emissioni gli impegni annunciati finora dai governi per raggiungere il livello di zero emissioni nette sono attuate pienamente e nei tempi previsti. In questo scenario, la domanda di combustibili fossili raggiunge un picco entro il 2025 e le emissioni globali di CO2 diminuiscono del 40% entro il 2050. Tutti i settori vedono un declino, con il settore elettrico di gran lunga il maggiore. L’aumento medio della temperatura globale nel 2100 si manterrebbe a circa 2,1° C.
Nel rapporto si parla anche dello scenario sviluppo sostenibile (Sustainable Development – SDS) che, come il Net Zero, raggiunge i principali obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite in materia di energia relativi all’accesso universale all’energia e a importanti miglioramenti nella qualità dell’aria, e raggiunge le emissioni globali nette pari a zero entro il 2070 (con molti paesi e regioni che raggiungono lo zero netto molto prima).
Per la prima volta in un rapporto del genere, si prevede che la domanda di petrolio declini in tutti gli scenari esaminati, anche se i tempi e la velocità della diminuzione variano ampiamente. Se tutti gli impegni climatici annunciati oggi venissero rispettati, il mondo consumerebbe ancora 75 milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2050 – rispetto ai circa 100 milioni di oggi – ma sarebbero 25 milioni nello scenario Net Zero entro il 2050. La domanda di gas naturale aumenta in tutti gli scenari nel corso dei prossimi cinque anni, ma vi sono poi forti differenze fra i vari scenari.
Dopo decenni di crescita, le prospettive per l’utilizzo del carbone scendono nello scenario Announced Pledges – un declino che potrebbe essere ulteriormente accelerato dal recente annuncio della Cina di una fine al suo sostegno per la costruzione di centrali a carbone all’estero. Questa mossa potrebbe portare alla cancellazione di progetti pianificati che risparmierebbero circa 20 miliardi di tonnellate di emissioni cumulative di CO2 entro il 2050 – una quantità simile al risparmio totale di emissioni dell’Unione europea raggiungendo il Net Zero entro il 2050.
Le differenze tra gli esiti dello scenario Announced Pledges rispetto a quello Net Zero sono evidenti, indicando la necessità di impegni più ambiziosi se il mondo vuole raggiungere il Net Zero entro la metà del secolo.
“Gli impegni climatici di oggi porterebbero solo al 20% delle riduzioni delle emissioni entro il 2030 che sono necessarie per mettere il mondo su un percorso verso lo zero netto entro il 2050”, ha detto il Direttore Esecutivo della IEA. “Per raggiungere tale obiettivo sono necessari investimenti in progetti e infrastrutture per l’energia pulita per oltre il triplo nel prossimo decennio. Circa il 70% di tale spesa aggiuntiva deve avvenire nelle economie emergenti e in via di sviluppo, dove il finanziamento è scarso e il capitale rimane fino a sette volte più costoso che nelle economie avanzate. (…) Non stiamo investendo abbastanza per soddisfare il futuro fabbisogno energetico, e le incertezze stanno preparando il terreno per un periodo di instabilità. Il modo di affrontare questa discrepanza è chiaro – un forte impulso agli investimenti in energia pulita, in tutte le tecnologie e in tutti i mercati. Ma questo deve accadere rapidamente.”
Il rapporto sottolinea che gli investimenti supplementari per raggiungere lo zero netto entro il 2050 sono meno onerosi di quanto potrebbe sembrare. Oltre il 40 per cento delle riduzioni di emissioni richieste deriverebbe da misure che si ripagano da sole, come il miglioramento dell’efficienza, la limitazione delle fughe di gas o l’installazione di energia eolica o solare in luoghi in cui sono ormai le tecnologie di produzione di energia elettrica più competitive.
Questi investimenti creano anche enormi opportunità economiche. Perseguire con successo lo zero netto creerebbe un mercato per turbine eoliche, pannelli solari, batterie agli ioni di litio, elettrolizzatori e celle a combustibile di oltre 1000 miliardi di dollari l’anno entro il 2050, paragonabile per dimensioni all’attuale mercato petrolifero.
Anche in un sistema energetico molto più elettrificato, rimangono grandi opportunità per i fornitori di carburante di produrre e fornire gas a basse emissioni di carbonio. Solo nello scenario annunciato, altri 13 milioni di lavoratori sarebbero mpiegati in energia pulita e settori correlati entro il 2030, mentre quel numero raddoppia nello scenario Net Zero. Con emissioni, disastri climatici e volatilità del mercato dell’energia tin aumento, i governi al COP 26 devono inviare un segnale inequivocabile per sviluppare energia pulita e azioni per accelerare la transizione.