La corsa globale verso le energie rinnovabili è ormai una necessità: entro il 2030 la capacità installata dovrà triplicare per restare sul percorso degli obiettivi climatici. Ma la sfida non è solo quantitativa: riguarda il modo in cui solare, eolico e reti elettriche vengono progettati e collocati sul territorio, per non aggravare la crisi della biodiversità.
Un nuovo rapporto dell’International Renewable Energy Agency (IRENA) propone sei principi guida per uno sviluppo “nature-positive” delle infrastrutture energetiche. L’idea di fondo è chiara: la transizione ecologica deve andare di pari passo con la tutela degli ecosistemi, evitando conflitti con le comunità locali e valorizzando la natura come alleato.

I sei principi guida
- Accelerare lo sviluppo “nature-positive” – Identificare aree ad alto potenziale rinnovabile ma a basso impatto ambientale, evitando zone sensibili.
- Co-utilizzare gli spazi – Privilegiare aree già modificate (discariche, ex cave, tetti, parcheggi, ex siti minerari) o soluzioni integrate come agrivoltaico e acquavoltaico.
- Conservare, ripristinare, migliorare – Inserire misure di conservazione e ripristino in ogni progetto, per generare un guadagno netto in biodiversità.
- Monitorare e adattare – Valutare gli impatti lungo l’intero ciclo di vita e correggere le strategie con approcci di gestione adattiva e nuove tecnologie (es. intelligenza artificiale per proteggere gli uccelli nei parchi eolici).
- Estendere la vita utile – Allungare il ciclo degli impianti già esistenti tramite manutenzione, retrofit e repowering, riducendo il bisogno di nuovo consumo di suolo.
- Coinvolgere gli attori locali – Garantire la partecipazione delle comunità e una distribuzione equa dei benefici, integrando conoscenze tradizionali e scientifiche.

Esempi dal mondo
Il rapporto raccoglie casi concreti: ex miniere di carbone negli USA trasformate in parchi solari, progetti agrivoltaici in Giappone e Italia, parchi eolici con AI per ridurre gli impatti sugli uccelli in Uzbekistan, fino a iniziative di riforestazione connesse a grandi impianti solari in Brasile.
Una visione integrata
IRENA sottolinea che esiste terra sufficiente già degradata o modificata per soddisfare gli obiettivi di Parigi senza sacrificare nuove aree naturali. La chiave sta nello sviluppo integrato: piani energetici che tengano conto di clima, biodiversità e benessere sociale in maniera congiunta.
Conclusione
La transizione verso le rinnovabili è urgente, ma deve essere anche giusta e sostenibile. Applicare i principi “nature-positive” significa trasformare la sfida energetica in un’occasione di rigenerazione ecologica, sociale ed economica. Perché il futuro a zero emissioni abbia senso, deve essere anche un futuro ricco di natura.

