Abbiamo visto nel precedente articolo I rifiuti urbani nelle regioni italiane nel 2021 la situazione a livello nazionale e regionale nel 2021 e negli anni precedenti, fino al 2010. In questo articolo esaminiamo la situazione per lo stesso arco temporale riguardo alla dimensione territoriale delle province / città metropolitane e dei comuni, con un particolare focus su quelli con più di 25.000 abitanti.
I dati provinciali
A livello provinciale, nel 2021 tre province emiliano-romagnole, Reggio Emilia, Ravenna e Piacenza, ed una Toscana – Livorno – hanno registrato una produzione pro-capite annua superiore ai 700 kg per abitante, altre sette province sopra i 600 kb/ab, a parte Aosta, tutte delle due regioni a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano. Dodici invece le province con una produzione pro-capite inferiore ai 400 kg/ab, tutte del Sud, con il minimo d Potenza (337 kg/ab). Sono 38, invece, le province che si collocano in una fascia medio-alta (500-600 kg/ab) e 46 in una medio-bassa (400-500 kg/ab).
Guardando la mappa interattiva che segue si vede che la produzione di rifiuti sembra ricalcare l’idea che in generale si ha di un Paese diviso in due, con un centro-nord con maggiore disponibilità di ricchezza, che “produce” anche più rifiuti, ed un sud meno sviluppato e più “povero”, ma anche più frugale nella produzione di rifiuti.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata battistrada è la provincia di Treviso, con l'89%, ma altre quattro province superano l'ottanta per cento di differenziata. Complessivamente nel 2021 sono state 61 su 107 le province che hanno raggiunto e superato la quota del 65%. Vi sono poi altre 36 province che si colllcano fra il 50 ed il 65%, quindi con la possibilità di superare l' "asticella" fissata dalle norme.
Per 10 province poi la situazione è davvero complessa, collocandosi al di sotto del 50%. Maglia nera di questo gruppo di province "reprobe" è il fanalino di coda Palermo con un imbarazzante 33%, ma in una situazione poco migliore ci sono altre grandi città, soprattutto del sud (Crotone, Reggio Calabria, Catania, Foggia, Messina, Napoli e Siracusa) e anche del nord (Genova e Trieste). La Capitale con il 51% è appena al di sopra di questa soglia.
I dati comunali
Analizzando la situazione per gli oltre 7.900 comuni italiani(i dati puntuali 2021 sono disponibili nella mappa interattiva), si ha la conferma di una minore produzione pro-capite di rifiuti urbani in generale nel sud Italia, anche se arrivando al dettaglio comunale si apprezzano differenze anche molto significative. Comunque in oltre 5.300 comuni italiani nel 2021 si sono prodotti meno di 500 kg/abitante anno e in poco più di mille di essi si è superata la quota dei 600 kg pro-capite. Anche a questo livello di dettaglio sono i comuni emiliano-romagnoli, toscani e liguri i più “produttivi”.
I dati comunali della raccolta differenziata mostrano l'eccellenza della Sardegna per la quale solamente 8 comuni su 385 non raggiungono il 65% di differenziata, ma il comune con una percentuale minore registra un 58%, comunque molto vicino al target. Nel 2011 i comuni che si collocavano al di sopra del 65% erano il 17,2%. Questo dimostra che se c'è la volonta di agire è possibile raggiungere obiettivi davvero importanti.
Nella seguente tabella sono visibili i dati relativi ai 391 comuni che nel 2021 avevano più di 25mila abitanti. Vediamo che 8 comuni registrano più di 800 kg/ab di rifiuti prodotti nel 2021. In diversi casi si tratta di realtà con una forte componente turistica (Cervia, Jesolo, Cesenatico, ecc.) ma fra di essi ce ne sono anche senza questa caratteristica. Meriterebbe un approfondimento ad hoc una realtà che troviamo in questa fascia di produzione (Correggio - RE) ma anche in testa alla classifica dei comuni con una percentuale di differenziata maggiore, addirittura il 90%.
Nella tabella interattiva che segue sulla raccolta differenziata sono disponibili anche due campi nei quali si confrontano i dati 2021 con quelli di 5 e dieci anni prima, segnalando così i comuni che hanno registrano balzi in avanti più significativi, fra i quali alcuni comuni del sud e centro Italia, mentre preoccupa la presenza di realtà che viceversa segnano un segno negativo in queste "classifiche".

