Campi elettromagnetici Comunicazione e informazione

Semplificazioni sulle antenne TLC: quando la velocità cancella trasparenza e salute

Con l’articolo 27 della legge n. 182 del 2 dicembre 2025, la cosiddetta legge Semplificazioni, il legislatore interviene sul Codice delle comunicazioni elettroniche modificando una norma cruciale: l’obbligo per i Comuni di pubblicizzare le istanze per l’installazione di nuove infrastrutture di telecomunicazione. Una modifica che, dietro la retorica della digitalizzazione e della semplificazione amministrativa, rischia di produrre effetti profondi sui diritti dei cittadini, sulla trasparenza delle decisioni pubbliche e sulla tutela della salute.

La riforma introduce una novità sostanziale: la mancata pubblicizzazione dell’istanza – pur restando formalmente obbligatoria – non costituisce più un vizio tale da rendere annullabile il titolo autorizzativo, neppure in caso di silenzio-assenso. In altre parole, anche se i cittadini non vengono informati, l’autorizzazione può comunque produrre effetti giuridici. Una svolta che segna una rottura netta rispetto all’orientamento consolidato della giurisprudenza amministrativa e costituzionale.

Fino ad oggi, infatti, la pubblicizzazione delle istanze era considerata un passaggio essenziale per garantire la partecipazione degli interessati al procedimento decisionale, soprattutto quando in gioco vi sono scelte con impatti urbanistici, ambientali, paesaggistici e sanitari. Non a caso, numerose sentenze hanno annullato autorizzazioni rilasciate in assenza di un’adeguata informazione alla popolazione coinvolta.

Il punto più critico riguarda la salute. La possibilità di conoscere preventivamente l’installazione di un’antenna consente ai cittadini – in particolare ai soggetti più vulnerabili – di segnalare rischi specifici o chiedere soluzioni alternative. Privare la comunità locale di questo diritto significa comprimere un principio fondamentale sancito dall’articolo 32 della Costituzione, oltre a entrare in tensione con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa sulla riduzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici.

Come evidenziato nel contributo del dott. Giuseppe Teodoro che pubblichiamo in allegato, la riforma appare sbilanciata a favore degli operatori delle telecomunicazioni, riducendo gli spazi di controllo democratico e disinnescando alla radice il contenzioso promosso dai cittadini. Un “favor” normativo che solleva seri dubbi di legittimità costituzionale, soprattutto in relazione ai principi di uguaglianza, buon andamento della pubblica amministrazione e tutela della salute.

Per questo motivo, il tema non può essere lasciato alla sola responsabilità disciplinare dei funzionari inadempienti. Regioni e Comuni sono chiamati a un’assunzione di responsabilità politica e istituzionale, valutando l’opportunità di sollevare la questione davanti alla Corte costituzionale. Perché semplificare non può significare oscurare, e digitalizzare non può voler dire escludere.

👉 Di seguito il testo integrale di approfondimento giuridico a cura di Giuseppe Teodoro, vicepresidente di Ecoland, che analizza nel dettaglio le modifiche introdotte dall’art. 27 della legge 182/2025 e i profili di possibile illegittimità costituzionale. 

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