La Sicilia è a rischio desertificazione. Stando all’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, il 70% della Regione Sicilia corre il rischio della desertificazione. Il movente maggiore è la siccità, poi la scarsità di bacini confacenti e la ricorrente dispersione di acqua. Le zone centrali e meridionali sono quelle che soffrono di più. Ogni anno 117 Km quadrati si tramutano in deserto, con relativi effetti negativi per l’agricoltura e l’ecosistema. Una superficie pari a quella di tutte le Isole Eolie messe insieme, che diventa inadatta alla vita con conseguenze gravi per gli agricoltori, costretti a cambiare le colture.

“Di questo passo, entro il 2030 tre quarti della nostra regione saranno a rischio desertificazione, compromettendo la qualità del suolo”, spiega Vincenzo Piccione, già docente di Discipline ecologiche applicate presso le Università di Catania e Reggio Calabria.

É significativo che un’artista come Francesco Guadagnuolo, che ha a cuore la sua Sicilia, si stia interessando a questo tema, cercando con le sue opere di dare un contributo per poterla salvare. Con questa, infatti, siamo alla terza opera realizzata, intitolata “La Sicilia rischio desertificazione”, che fa vedere in maniera esauriente come potrebbe diventare il bel paesaggio siciliano se non si prendono urgentemente provvedimenti. L’artista ci fa vedere con colori terrosi, l’ocra, il marrone, il nero e il bianco il senso di sterilità e squallore specifico della desertificazione. Ogni spazio rappresenta la Regione spoglia per la scarsità d’acqua alterando il paesaggio da verde ad arido.
Guadagnuolo ha voluto esprimere il suo amore per la Sicilia e attirare l’attenzione sulla necessità di interventi urgenti per affrontare la crisi idrica. Il Maestro è un attivista socio-politico già noto per opere d’arte contestuali all’attualità, rivolte alle guerre, alla devastazione dell’ambiente, alle migrazioni: in generale all’aspetto ripugnante del potere.
L’artista, fra l’altro, ha scelto di focalizzare la sua arte sul tema della crisi climatica, gettandosi nell’abisso dei fatti accaduti, sfidando il cambiamento climatico con uno sguardo lucido e riflessivo. Opere come “Riscaldamento del Globo terrestre – (Per te Grande Uomo)”, e “L’alluvione” diventano manifestazioni tangibili di questo impegno.


Nell’esempio dell’arte “politica” dell’artista – questi lavori oltre a documentare e denunciare non riproducono ma interpretano: non traspongono la realtà, vanno oltre, guardando allo stesso tempo passato, presente e futuro, in un linguaggio differente, universale, ovvero transreale. Guadagnuolo, attivista socio-politico si avvale dell’arte, come tramite, per coinvolgere il collettivo sulle incognite ambientali e sostenere la sostenibilità.
In questo caso, con le tre opere, la prima “L’infinita siccità in Sicilia” la seconda il ‘Manifesto’ per affermare il diritto umano all’acqua, ed ora “La Sicilia rischio desertificazione” che ha realizzato non soltanto ciò che visivamente è sconvolgente, ma fa arrivare una comunicazione potente, immediata, sull’urgenza di soccorrere la Sicilia.
L’artista originario di Caltanissetta, che lavora nell’ambito culturale tra Roma e New York, così si è espresso: «Alle drammatiche notizie che mi arrivano ogni giorno sulla siccità a Caltanissetta e in tutta la Sicilia è veramente disperata, va oltre qualsiasi confine, portandomi dentro un grande sconforto. Non possiamo pensare che tutto ciò sia civile, ricordo che questo problema dell’acqua me lo porto da quando adolescente vivevo a Caltanissetta, e non è mai stato risolto, oggi questo è diventato la più grave crisi idrica della storia della Sicilia. I miei concittadini sono esasperati. Ho voluto dedicargli una composizione pittorica, con la tecnica del collage, dal titolo: “L’infinita siccità a Caltanissetta e in tutta la Sicilia” per esprimere tutto il mio amore che ho per queste terre che contribuiscono a dare vita al mio stato d’animo emozionale. Al centro del paesaggio è rappresentato un bovino dalle espressioni quasi umane, cerca acqua in un antico abbeveratoio ormai secco, all’interno solo erbacce con un rubinetto che non funziona più. Alberi secchi un pò dappertutto. La luminosità dell’opera risalta la resa atmosferica riportandoci, qualunque tratto del luogo, in uno scenario impregnato sì di natura, ma sconvolgente, caratterizzato da colori forti e contrastanti per fare vedere il riscaldamento delle terre che si spaccano per mancanza di acqua. La desertificazione incede e la terra è ancora più spaccata dalle alte temperature, le piantagioni bruciate dall’aridità con uno scenario sempre più riarso. All’orizzonte un contadino, rimasto con la sua ultima pecora, non sa più cosa fare, svanisce nell’alba del giorno dopo.”

Nel ‘Manifesto’ l’artista ha utilizzato la tecnica del collage per rappresentare la Sicilia con le varie province e le difficoltà causate dalla crisi idrica. Al centro il paesaggio, ormai secco, attorno la mappa della Sicilia, in mezzo si vede un territorio spaccato fatto solo di erbacce e alcuni alberi secchi. Al centro viene rappresentata una ‘mano’, la mano dei siciliani, ormai esasperati che cercano l’acqua per vivere, ma sgorga solo dalla propria mano, e non dalle tubature come dovrebbe, visto il persistere della crisi idrica, con conseguenti infinite diatribe e manifestazioni nelle piazze. L’insopportabile dilemma dell’insufficienza e dell’insoddisfacente erogazione dell’acqua è diventata una questione di civiltà che interessa tutti i siciliani. Il ‘Manifesto’ vuole esortare discussioni fondamentali sul bisogno di azioni improrogabili per fronteggiare la siccità e ottimizzare la gestione delle risorse idriche nella Regione. Il ‘Manifesto’ di Francesco Guadagnuolo riafferma il valore del bene-acqua, basilare per la vita, che serve a riflettere sulla siccità in Sicilia, non solo ad allargare la cognizione, ma possa sperare anche di orientare cambiamenti concreti, come l’evoluzione delle infrastrutture o la scelta di azioni ragionevoli per avere l’acqua urgentemente domani.


