Ambiente Comunicazione e informazione

L’intervista a MINDIT caffè

MINDIT è una nuova piattaforma di informazione in cui scoprire e seguire i proprio editor preferiti, attraverso la APP disponibile negli store di Apple e Google.

MINDIT è un luogo digitale che vuole contribuire alla creazione di un dibattito positivo e di qualità, dando spazio a professionalità e competenze di chi scrive, che vada oltre le logiche dei social. La proposta parte da una selezione delle migliori newsletter di informazione e approfondimento, mettendo a disposizione e aggiornando continuamente un catalogo sempre più ricco di contenuti e categorie, per soddisfare le diverse tipologie di interessi.

L’intento dei promotori di MINDIT è quella di selezionare editor e informazioni selezionate privilegiando le competenze e la passione di chi scrive per dare la migliore qualità. La corretta informazione passa per la fiducia nelle fonti. 

Da qualche settimana anche la newsletter di Ambientenonsolo si può trovare nella APP MINDIT. Per questo i curatori della rubrica MINDIT Caffè hanno intervistato il direttore di Ambientenonsolo, Marco Talluri. Qui sotto riproponiamo il testo integrale dell’intervista.

Buona domenica Minder,

per il nostro incontro di oggi abbiamo intervistato Marco Talluri, formatore, giornalista e comunicatore ambientale. Ripercorriamo insieme a lui la sua carriera e il suo impegno attivo nel sensibilizzare su sviluppo, mobilità sostenibile e molto altro…

Comunicazione Ambientale… Cosa ti ha portato a scegliere questo percorso?

Ho iniziato a lavorare nel 1977 in ATAF (l’azienda di trasporto pubblico fiorentina), mentre frequentavo l’Università, quando lo strumento di lavoro più avanzato era una lettera Olivetti 98. Davvero un altro mondo rispetto ad oggi. La curiosità per l’innovazione e la disponibilità al cambiamento mi hanno permesso via via di aggiornarmi e stare al passo dei tempi, fino ad oggi.  Sempre in ATAF ho costituito nel 1988 la struttura che si occupava di comunicazione e informazione, una delle primissime allora esistenti fra le aziende di trasporto pubblico ma anche più in generale nelle pubbliche amministrazioni. In quegli anni – in cui sono diventato anche giornalista ed ho conseguito il Master in comunicazione e media – mi sono formato orientandomi ad una comunicazione “di servizio”.

Sono stato anche vicedirettore della rivista “Trasporti pubblici” dell’Associazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico. Nel 2003 poi vinsi un concorso pubblico per dirigente della comunicazione presso l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana ed iniziai una attività che mi ha davvero tanto appassionato in campo ambientale. Mi ricordo ancora i primi tempi, quando iniziavo a “scoprire” l’agenzia, i tanti campi di cui si occupa, le tante professionalità, gli “scienziati” ambientali (chimici, fisici, geologi, biologi, ecc.) che via via conoscevo.  

Cosa ha maggiormente influenzato le tue scelte di studio e professionali?

Sono sempre stato convinto che sia un dovere imprescindibile di chi opera in queste realtà di assicurare la massima trasparenza e informazione, in un caso sui servizi di trasporto erogati nell’altro sull’ambiente.
Ricordo solo due ‘prodotti’ di cui sono stato orgoglioso, l’Atlante delle linee di autobus dell’area fiorentina – che distribuimmo in 250.000 copie (una per ogni famiglia) – e l’Annuario dei dati ambientali ARPAT che quest’anno è giunto alla sua dodicesima edizione.

Due modi diversi per raggiungere il più possibile tutti gli interessati con i contenuti che dovevamo condividere, in un caso come muoversi con l’autobus, nell’altro avere i dati necessari per capire come sta l’ambiente. Così come considero fondamentale l’esperienza degli ultimi anni – prima della pensione forzata dall’1.4.2021, quando il mio datore di lavoro, l’ARPAT, mi ha mandato in pensione, avendo raggiunto il cosiddetto “limite ordinamentale”, compiendo a fine marzo 65 anni ed avendo 44 anni di contributi – quando ho dedicato molto impegno per costruire la comunicazione del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Sono stati anni molto intensi.

Costruire una comunità di professionisti della comunicazione, donne ed uomini di tutta Italia – dalla Valle Aosta alla Puglia, da Bolzano alla Sicilia è stato davvero un lavoro entusiasmante. Dapprima iniziare a conoscersi, apprezzare le qualità lavorative ed umane di questo gruppo di persone, e quindi progettare e realizzare insieme qualcosa di completamente nuovo, dei canali di comunicazione integrata: il notiziario AmbienteInforma, il sito web https://www.snpambiente.it, la presenza sui social media, ecc..

Per la verità tutto ciò l’abbiamo fatto grazie all’impegno di queste/i donne ed uomini, di questi giornalisti e comunicatori pubblici, quasi senza risorse economiche, infatti non abbiamo mai avito un budget, e complessivamente abbiamo fatto tutto spendendo poche centinaia di euro. In particolare credo che AmbienteInforma, circa 6.000 articoli per 400 numeri diffusi, due volte la settimana a più di centomila destinatari, costituisca ormai una realtà essenziale che ha contribuito a far conoscere il SNPA, anche se c’è molto altro ancora da fare. Mettere insieme 22 enti, Ispra, 19 agenzie regionali e due delle province autonome – realtà molto diverse fra di loro – non è stato facile, ma posso dire, con orgoglio, che ci siamo riusciti. La Rete dei comunicatori è davvero un gruppo coeso e fortemente impegnato per il SNPA.

 
Quali sono stati i momenti più critici e le tematiche più impegnative che hai dovuto affrontare? Quali invece le esperienze più gratificanti?
  Nel corso della mia lunga carriera lavorativa ho sempre trovato tanta soddisfazione nelle cose che ho fatto – anche per questo ho sempre lavorato h24 – e poi ho sempre ritenuto che chi opera in un’azienda di servizi pubblici o nella pubblica amministrazione abbia una responsabilità maggiore, perché in definitiva il suo stipendio lo pagano i cittadini.
Esattamente l’opposto dello stereotipo del dipendente pubblico “fannullone”, e posso dire di aver incontrato tantissime persone come me. Ma questo certo non basta, è fondamentale anche la disponibilità al dialogo e quindi la comunicazione, con i cittadini e con tutti i possibili interlocutori. Non a caso in entrambe le realtà abbiamo profuso molte energie per garantire un servizio di numero verde per rispondere alle richieste degli utenti.

Oggi che la comunicazione è istantanea con i tweet, i post, si tende a dimenticare il ruolo fondamentale dell’URP, dello sportello per i cittadini, nel quale lavorano professionisti della comunicazione, persone che devono avere come “missione” quella di “mettersi nelle scarpe” dei propri interlocutori, per aiutarli ad acquisire tutte le informazioni di cui necessitano.
Ognuno di noi prima poi è un “utente” di qualche altro servizio o sportello informativo, ecco quello che ho sempre detto a tutti coloro che hanno lavorato con me, che quando svolgevano la propria attività dovevano ricordarsi di questo. Così come è fondamentale il rispetto del lavoro degli altri. Ad esempio, come responsabile dell’ufficio stampa, nel rapporto con le colleghe/i giornalisti/e. In tutti questi anni con molti/e di loro ci siamo sentiti spesso, e ho sempre cercato di fare tutto il possibile per fornirli le informazioni richieste, senza distinzione di testata, dalle più prestigiose – come la Rai e l’Ansa – alle testate locali più piccole, e nei confronti di tutti/e, dai/dalle colleghi/e conosciuti/e da tanti anni a coloro che per le prime volte stavano facendo esperienza di lavoro giornalistico.

Sono convinto che il rispetto del lavoro altrui, in questo caso quello dei/delle giornalisti/e debba sempre orientare i nostri comportamenti. Anche in questo caso vale la regola aurea di mettersi nei panni degli altri.  


Quali sono i comportamenti che dovrebbero essere attuati  per migliorare l’efficacia nella comunicazione, prevenzione e gestione dei rischi ambientali?
 Quello di cui ora c’è bisogno è un riconoscimento pieno del ruolo dei comunicatori,che sono dei tecnici professionisti, al pari dei chimici, dei biologi, dei fisici, degli ingegneri, degli avvocati.

Così come mi auguro che possa proseguire il lavoro per la revisione della legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica, trasformando in provvedimento normativo le proposte elaborate dal tavolo costituito dai rappresentanti delle realtà associative della comunicazione e informazione per dare corpo ad una “normativa che tenga conto dell’evoluzione dei processi di comunicazione pubblica in senso digitale e che punti a mettere in primo piano la qualità del servizio al cittadino e la sua attiva partecipazione.”


Quali sono i tuoi progetti per il futuro personale e professionale?

  Il 19 marzo 2021 pubblicavo il primo articolo su Ambientenonsolo.com, dando vita a questo Blog giornalistico nel quale si parla di ambiente, emergenza climatica, sviluppo sostenibile, mobilità sostenibile, comunicazione e non solo.

Scelsi come testata una immagine che avevo scattato alla manifestazione di Fridays for future del 15 marzo 2019 a Firenze, per ricordare che da parte dei giovani c’è un richiamo forte alle generazioni che li hanno preceduto ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti dell’emergenza climatica ed ambientale.

Poiché in quei giorni mi apprestavo ad andare in pensione, dopo aver diretto per 18 anni ARPATnews, dell’Agenzia regionale per la protezione della Toscana e per 6 anni Ambienteinforma, notiziario del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, ho ritenuto che il contributo che potevo dare era quello di cercare di continuare il mio impegno per la diffusione della conoscenza ambientale.

Sono partito dall’analisi di dati forniti da fonti ufficiali (EEA, SNPA, ISPRA, OMS, EUROSTAT, ISTAT, ecc.) – cercando di fare data journalism – provando a presentarli nel modo più comprensibile possibile per far riflettere su tanti temi problematici: l’emergenza climatica, l’inquinamento atmosferico, le bonifiche dei siti contaminati, la gestione dei rifiuti, il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo, le emergenze ambientali, la qualità delle acque, le ricadute dell’inquinamento sulla salute, gli obiettivi della mobilità sostenibile e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la comunicazione e informazione, ecc.

In tre anni ho pubblicato più di mille articoli e in media ho più di undicimila visitatori ogni mese nel blog. In questi tre anni in realtà ho fatto e continuo a fare tante cose. Ho collaborato a progetti di comunicazione ambientale e diffusione dei dati ambientali, attraverso percorsi di formazione – laboratorio – intervento (vedi anche le presentazioni, le lavagne ed i video). 
In tale ambito ho contribuito alla realizzazione di Marche Ambiente (raccolta degli indicatori ambientali di ARPAM) e dell’Annuario dei dati ambientali di Arpa Calabria.

Collaboro con associazioni ambientaliste come Kyoto Club per progetti sulla mobilità sostenibile, ed in questo ambito ho scritto – con Claudio Magliulo di Clean cities Campaign – il rapporto “Non siamo un Paese per bici” e con vari altri/e il Rapporto Mobilitaria 2023 e 2024.  In tale ambito curo da agosto 2023 l’Osservatorio Urbano sulla Mobilità Sostenibile su 18 città italiane: Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova. Messina. Napoli, Padova, Palermo, Parma, Prato, Reggio Calabria, Roma. Torino, Venezia, dove pubblichiamo dati (oltre 600 grafici) e notizie, aggiornate quotidianamente (sono già più di 1300). Questo forse è l’impegno più gravoso in cui mi sto impegnando. Collaboro con Isde (associazione dei medici per l’ambiente) per attività di comunicazione su ambiente e salute ed in particolare per la realizzazione del sito e del notiziario Isdenews.

Insomma continuo a non annoiarmi ed a cercare ogni giorno nuovi orizzonti, sempre disponibile ad utilizzare strumenti nuovi e aperto al cambiamento.

Print Friendly, PDF & Email

Rispondi

Translate »

Scopri di più da Ambiente e non solo...

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading