Le città italiane faticano a raggiungere buoni livelli di sostenibilità ambientale. È questa la fotografia che emerge dal nuovo rapporto “Ecosistema Urbano 2025” di Legambiente, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, giunto alla sua 32ª edizione.
Analizzando 106 capoluoghi di provincia attraverso 19 indicatori ambientali (aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia), il rapporto registra una media complessiva del 54,24% di performance ambientali, in calo rispetto al 56,4% di due anni fa. Nessuna città raggiunge il 100%, e solo Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) superano i 75 punti, seguite da Bergamo (71,82%), che guadagna 13 posizioni.
Smog, perdite idriche e mobilità in stallo
Tra le criticità principali spiccano lo smog urbano – nessuna città rispetta pienamente i nuovi valori guida dell’OMS – e una rete idrica colabrodo: in media il 36% dell’acqua potabile si disperde prima di arrivare ai rubinetti.
Sul fronte della mobilità sostenibile, dopo anni di crescita torna a diminuire la superficie dedicata alle piste ciclabili (10,39 m equivalenti ogni 100 abitanti contro gli 11 dell’anno scorso), così come si riducono isole pedonali e zone a traffico limitato.
In controtendenza, cresce invece il numero di passeggeri del trasporto pubblico locale, sebbene i livelli restino distanti dagli standard europei. Milano e Venezia si confermano ai vertici per uso del TPL, seguite da Firenze e Bologna.
Le buone notizie: raccolta differenziata e rinnovabili
Per la prima volta, la raccolta differenziata supera la soglia media del 65% tra i capoluoghi, con 15 città oltre l’80%. Sale anche la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, mentre si consolida il trend di riduzione delle perdite idriche. Tuttavia, cresce il consumo di suolo urbano (+6,3 m² per abitante tra il 2018 e il 2023), segnale di un modello di sviluppo ancora troppo espansivo.
Nord più virtuoso, Sud in ritardo
La classifica conferma il divario territoriale: le prime venti posizioni sono dominate da città del Nord, con Cosenza (16ª) unica eccezione meridionale nella top 20. In fondo alla graduatoria si trovano Catania (100ª), Palermo (101ª), Napoli (103ª) e Reggio Calabria (106ª), tutte sotto il 35% del punteggio complessivo.
Bologna (9ª) resta la migliore tra le grandi città, seguita da Firenze (21ª, in forte crescita), Torino (62ª) e Roma (66ª).
Un appello per una legge sulla rigenerazione urbana
Di fronte a questi risultati, Legambiente chiede al Governo l’approvazione urgente di una legge nazionale per la rigenerazione urbana, per fermare il consumo di nuovo suolo e favorire città più verdi, resilienti e inclusive.
Nel documento si sollecita anche la stabilizzazione dei bonus edilizi per l’efficienza energetica e l’inclusione sociale, da inserire nella prossima legge di bilancio.
“Le città italiane – sottolinea Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si stanno lentamente trasformando, ma servono strumenti e risorse per una rigenerazione urbana adeguata alla sfida climatica. Solo così potremo dare concretezza al Clean Industrial Deal europeo e trasformare le città in laboratori della transizione ecologica”.
Il Clean Industrial Deal urbano
Il rapporto apre con un appello al “Clean Industrial Deal per le città italiane”, ispirato al Green Deal europeo: un piano per integrare politiche industriali, energetiche e urbane, puntando su mobilità a emissioni zero, riuso edilizio, energie rinnovabili, spazi verdi e città a 30 km/h.
Legambiente ricorda che molti progetti del PNRR stanno già contribuendo alla transizione urbana — nuove linee tramviarie, parchi, depuratori e interventi di adattamento climatico — ma servono continuità e coraggio politico.
Una piattaforma interattiva per esplorare i dati
I risultati completi e la mappa interattiva con la classifica di tutti i capoluoghi sono disponibili su ecosistemi.legambiente.it e sul portale del Sole 24 Ore (lab24.ilsole24ore.com/ecosistema-urbano).
