Abbiamo trattato del tema dei rifiuti urbani in numerosi articoli in precedenza, la fonte che sempre utiliziamo è il “Catasto nazionale dei rifiuti“ pubblicato da ISPRA, nel quale si trovano:
- i dati relativi alla produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani, fino al dettaglio comunale per gli anni 2010-2023; quelli relativi alla gestione dei rifiuti urbani per gli anni 2015-2023 e sui costi di gestione dei rifiuti urbani per gli anni 2011-2023;
- i dati sulla produzione e la gestione dei rifiuti speciali per gli anni 2014-2022.
Per tutti questi dati è possibile scaricare le informazioni in formato aperto e riutilizzabile.
La strategia dell’Unione europea in materia di rifiuti, prevede di agire sulle 4 R (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero) per una corretta ed efficace gestione sostenibile dei rifiuti. Tra gli obiettivi delle quattro direttive del “pacchetto economia circolare”, entrate in vigore il 4 luglio 2018, è il riciclo di almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025. Questa quota è destinata a salire al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Il secondo obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale, come illustrato nella tabella:
| Materiale | Entro il 2025 | Entro il 2030 |
| Tutti i tipi di imballaggi | 65% | 70% |
| Plastica | 50% | 55% |
| Legno | 25% | 30% |
| Metalli ferrosi | 70% | 80% |
| Alluminio | 50% | 60% |
| Vetro | 70% | 75% |
| Carta e cartone | 75% | 85% |
Secondo il rapporto ISPRA 2024 la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani nel 2023 si è attestata al 50,8%, in crescita rispetto alla percentuale del precedente anno (49,2%), al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è ben più ambizioso e pari al 65%).

I dati nazionali
La raccolta differenziata costituisce un mezzo, un passo intermedio rispetto alla effettiva costruzione di una filiera funzionante in una logica di economia circolare. D’altra parte, è comunque significativo capire come si presenti la situazione oggi relativamente alla raccolta differenziata, rispetto a questa fase del ciclo di produzione-riciclo-smaltimento dei rifiuti, in quanto essa costituisce il primo step del processo che, se non ottimizzato, rischia di creare molti problemi ai passaggi successivi.
La normativa europea, successivamente recepita da quella italiana (D.Lgs. 152/2006), ha da tempo indicato l’obiettivo minimo del 65% da raggiungere entro il 2012 (mentre il 45% doveva essere raggiunto nel 2008), nel 2023 a livello nazionale siamo arrivati al 66,6% con grandi differenze fra le diverse realtà territoriali.
In questo articolo utilizzerò i dati ricavati dal Catasto per alcune considerazioni sui rifiuti urbani relativamente ai dati nazionali, per macroaree (Nord-Centro-Sud), a livello regionale, provinciale e comunale.
Le tre macroaree considerate comprendono:
- Nord: Valle D’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano;
- Centro: Toscana, Umbria. Marche, Lazio;
- Sud: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Produzione di rifiuti urbani
Fra il 2010 e il 2023 si è passati complessivamente da una produzione di 32 milioni e 440mila tonnellate (2010) ad una di 29,3 milioni, con una diminuzione di oltre 3 milioni di tonnellate di rifiuti.

Nel 2023 il 48,4% dei rifiuti urbani è stato prodotto nel Nord Italia nel quale abita il 46,5% della popolazione, mentre nel Mezzogiorno i rifiuti urbani prodotti nel 2023 sono stati il 30,3% del totale nazionale, con una popolazione che pesa per il 33,5%, infine nelle regioni del Centro Italia il 19,9% della popolazione italiana ha prodotto il 21,3% dei rifiuti urbani.
In termini pro-capite, fra il 2010 e il 2023 si è passati da 535 kg/anno per persona a 496 kg/anno. La macroarea con minore produzione di rifiuti urbani è il Sud (449 kg nel 2023 rispetto ai 495 del 2010), poi il Nord con 515 kg rispetto a 533, ed infine il Centro con 531 kg rispetto a 610. L’Italia di mezzo è quella che ancora ha la più alta quota pro-capite di rifiuti prodotti.
La regione che produce un maggior quantitativo assoluto di rifiuti urbani è la Lombardia con 4 milioni e 725mila tonnellate (nel 2010 erano 4.957.000). Seguono Lazio ed Emilia-Romagna con più di 2,8 milioni di tonnellate.
Esaminando però questi dati alla luce della popolazione residente emerge che la produzione pro-capite maggiore si registra in Emilia-Romagna con 639 kg/abitante per anno. Seguono Valle D’Aosta, Toscana e Liguria. Viceversa le regioni più “frugali” nella produzione di rifiuti urbani sono Basilicata, Molise e Calabria, tutte al di sotto dei 400 kg/abitante per anno.
Nella tabella interattiva che segue è possibile ordinare i dati cliccando sull’intestazione di ogni colonna.
Raccolta differenziata
D’altra parte il quadro cambia completamente se si guardano i dati relativi alla raccolta differenziata. E’ il Nord Italia la macroarea più virtuosa con il 73,4% registrato nel 2023 (rispetto al 49% del 2010), seguito dal 62,3% del Centro Italia (rispetto al 30% di dodici anni prima) ed infine il 59% del Sud (rispetto al 21% del 2010). Complessivamente quindi l’Italia nel 2023 raggiunge il 66,6% (nel 2010 era al 35%), rispettando per la prima volta il limite stabilito a livello europeo che doveva essere assicurato già dal 2012.
La regione più “virtuosa” è il Veneto con il 77,7%, seguita a ruota dall’Emilia-Romagna con il 77,1% e dalla Sardegna con il 76,3%. Nel nord-Italia solo la Liguria nel 2023 ha una percentuale ridotta di differenziata (58,3%). Tutte le regioni del Mezziogiorno (ad esclusione della virtuosa Sardegna) si collocano al di sotto della soglia del 65% (anche se la Basilicata la sfiora con il 64,9%). Nel Centro Italia, che raggiunge una quota del 62,3%, pesa il Lazio – unica regione al di sotto della soglia del 65% – con il 55,4%; d’altra parte la regione da sola produce il 46% dei rifiuti urbani dell’Italia di mezzo.
La raccolta differenziata per categoria merceologica
I dati forniti da ISPRA entrano poi nel dettaglio delle frazioni merceologiche raccolte in modo differenziato, aspetto naturalmente molto importante perchè da esse poi si devono sviluppare le filiere dell’effettivo recupero/riciclo delle materie. Sul tema vedi il rapporto “L’Italia del riciclo 2024“.
In termini quantitativi la frazione organica, carta e cartone, vetro e plastica rappresentano le componenti più consistenti.


Si dovrebbe seguire l’esempio della sindaca di Parigi che ha proibito il confezionamento di frutta e verdura (tranne i frutti di bosco) ammettendolo solo per quantità superiori a ( mi sembra) 1 Kg. Personalmente scelgo sempre lo sfuso.
Mio figlio (medico per i francesi, scappato dall’Italia dove si è laureato a PD con 110 e lode e la menzione) quando viene a trovarmi mi chiede, appena entro con le borse della spesa: quanta plastica hai pagato? lui e la compagna usano solo le retine di cotone portate da casa per frutta e verdura; entrambi medici sostengono sia ridicolo l’uso del guanto per il self service di frutta e verdura che deve essere lavata sotto acqua CORRENTE (il guanto per il pane va bene; ma la famosa ascella da baguette per tutti, anche chi non apprezza odori e deodoranti? del resto non hanno il bidet e neppure la befana).
La mia vicina di casa lavora ad una azienda di raccolta rifiuti del FVG e dice che la bustine biodegradabili pagate € 0,02 al market per frutta e verdura, che dobbiamo usare per il conferimento dell’organico (non ammesso lo svuotamento dal proprio raccoglitore nei contenitori comunali) vengono gettate nell’indifferenziata perché hanno un tempo di disintegrazione eccessivo rispetto all’organico. Immagino valga anche per stoviglie biodegradabili conferite nell’organico.
Infine, sono stati rimossi nei parcheggi dei supermercati molti cestini dei rifiutiperché impropriamente riempiti da carta, plastica e sacchi dell’indifferenziata (da noi raccolta porta a porta con aumento della tariffa per ogni esposizione del contenitore oltre il numero stabilito in funzione del numero di persone del nucleo familiare). Non parliamo di Amazon, i cui clienti prelevano il pacco nel supermercato ed abbandonano i cartoni ovunque.
Germana Stocchi, 33084 Cordenons, nessuna provincia dopo che la diligente e asservita Serrachiani le ha abolite, Friuli Venezia Giulia