Ambiente Franco Pistono

Come si cambia idea

Recensione di Franco Pistono

Aboca edizioni, seconda puntata; dopo Se Nietzsche fosse un narvalo è la volta di Come si cambia idea, di David McRaney. Se, a proposito del testo precedente, ho scritto “questo saggio non è destinato a coloro che cercano risposte, ma agli appassionati di domande”, questa volta devo ribaltare la premessa, poiché nel libro di McRaney, di risposte, ce ne sono; e non solo, ci sono proposte, esempi pratici, inviti a mettersi in gioco, strategie per capire.

Se servisse una conferma eloquente dal corsivo, ecco un estratto da pagina 260, ovvero a circa 2/3 del volume: “Stabilite queste verità, siamo ora pronti ad affrontare l’ultima parte del libro. Nel prossimo capitolo esploreremo come utilizzare tutto ciò che abbiamo appreso fin qui, a partire dal SURFPAD e dal deep canvassing, per far cambiare idea in una singola conversazione. State per acquisire un superpotere, il metodo per far cambiare idea alle persone su qualunque argomento, senza coercizione, solo facendo il giusto tipo di domande nel giusto ordine”.

Chiariamo due cose. Prima di tutto, se volete sapere che sono il SURFPAD e il deep canvassing, dovete godervi il libro che, con tutta sincerità, merita. Secondo punto, se avessi letto quella frase come premessa al testo, non lo avrei mai accolto tra le mani, poiché avrei immaginato di approcciare un manuale per stregoni, che promette al lettore di diventare chissà chi con qualche decina di pagine di allenamento… ma non è così, e il passaggio di cui sopra non va isolato, bensì inserito nel contesto dell’opera, in un tutto equilibrato e armonico; provo dunque ad arretrare, fino al primo capitolo.

Scorsi Charlie Veitch alla stazione ferroviaria Piccadilly di Manchester appena si aprì l’ascensore dell’uscita su London Road”. Chi è Charlie? Semplicemente, è un uomo che ha cambiato idea su un evento importante – nello specifico, l’attacco dell’11 settembre 2001 -, passando da un credo cospirazionista a un allineamento alla versione ufficiale dei fatti. 

Per quale ragione Charlie aveva sposato una teoria alternativa ma, specialmente, come e perché ha poi modificato il suo punto di vista? 

L’autore introduce persone e, raccontando le loro storie con avvincente stile narrativo, ci conduce a incontrare le loro visioni del mondo, le loro posizioni in merito ad argomenti di sostanza, per spostarsi elegantemente sulla teoria, arrivando a chiarire e comprendere l’avvenuta conversione di ciascuno.

Alla fine, non c’è una verità svelata grazie a una formula o a una pozione particolari, ma un invito a disserrare le porte affinché entri una nuova luce a illuminare le cose, attraverso l’apertura, il rispecchiamento e, infine, il confronto aperto con l’altro.

Consideriamo ora la ragione per cui questo volume è utile per chi si interessa di ambiente e di sostenibilità. Tra i temi che prende quali esempi, affiorano i cambiamenti climatici; quasi quotidianamente leggo articoli, ascolto riflessioni o vedo video dedicati, molto spesso guarniti di statistiche, ragionamenti, evidenze e mi chiedo: ma come fa “la gente” a non capire? 

Molto semplice: “la gente” non vuole, né può capire in quel modo. Le persone non hanno bisogno di nudi dati, ma di emozioni; gli esseri umani devono “sentire”. 

Scrive McRaney: “Non si può prendere uno che nega il cambiamento climatico e mandarlo in Antartide a parlare con gli scienziati che fanno carotaggi”, l’unico modo è passare dal cuore, altrimenti, restando sull’astratto, rimarrà prigioniero delle sue posizioni e dei suoi pregiudizi. 

Prima di lasciarci – rivela l’autore –, Charlie parafrasò David Hume, il grande filosofo scozzese, dicendo: ‘La ragione è schiava delle emozioni’. Ed è vero. Se vuoi far cambiare idea a qualcuno, devi dargli un calcio nelle palle, cioè al cuore. Nelle palle del cuore”.

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