Mobilità dolce (ciclabile e pedonale) Pillole di tram

Le corsie ciclabili de l’Aia in Olanda

Con questo articolo continuiamo la collaborazione con Pillole di Tram, di cui abbiamo pubblicato una serie di articoli. In questo caso si tratta di un articolo sulle corsie ciclabili a L’Aia in Olanda.

A partire dal 2020 Bologna e alcune città italiane vedono la comparsa delle corsie ciclabili, o bike lanes: una nuova infrastruttura (normata da codice della strada) che consente di ritagliare sulla corsia veicolare uno spazio di rispetto per le bici.

Lo scopo principale della corsia ciclabile è quello di creare uno spazio condiviso fra diversi utenti della strada, in contrasto con il vecchio paradigma della mobilità, che prediligeva spazi separati e invalicabili per ogni singolo utente. La creazione di spazi condivisi aumenta l’attenzione da parte dell’utente più forte (in generale l’automobilista) verso gli utenti più deboli (in questo caso i ciclisti): ciò avviene in quanto l’utente più debole è reso più visibile in spazi condivisi rispetto a quelli separati; inoltre la convivenza fra più mezzi aumenta la consapevolezza che la strada sia uno spazio urbano di tutti i cittadini, e non un suo esclusivo dei mezzi a motore.

Una delle critiche che viene spesso mossa quando si parla di corsie ciclabili è che esse siano solo delle FINTE ciclabili dipinte e che si dovrebbe prendere esempio dall’Olanda per costruire delle VERE ciclabili.

Ma è davvero così? Cosa si intende poi per vera e finta ciclabile? Quale criterio tecnico crea il discrimine? In Olanda non esistono corsie ciclabili e si fanno solo ciclabili separate? Abbiamo voluto mostrarvi due immagini delle ciclabili di Den Haag per riflettere insieme su queste domande.

ZEESTRAAT – Corsia ciclabile mono direzionale, senso unico eccetto bici.

In questa foto si può vedere la corsia ciclabile insistere su un solo lato della carreggiata, quello contrario al senso di marcia dei veicoli. Tale modalità di progettazione, senso unico eccetto bici, permette da un lato di favorire gli itinerari ciclabili (più rettilinei rispetto a quelli degli automobilisti), dall’altro di rendere i ciclisti più visibili alle auto che percorrono la strada in senso opposto (e come segnala il cartello occorre fare attenzione ai ciclisti). Le bici che percorrono la stessa direzione delle auto si muovono direttamente sulla strada. Una soluzione del genere la si trova a Bologna ad esempio in via Galliera o via Guerrazzi.

Una differenza interessante da notare è che la visibilità della corsia, data dal colore rosso, non è una semplice vernice bensì si è intervenuti direttamente sull’asfalto. La sicurezza inoltre di strade urbane come questa è data dalla velocità a 30 km/h (limite diffuso in quasi tutta la città eccetto i ring di grande scorrimento), la quale non è solamente un intervento di limitazione, ma soprattutto un intervento urbanistico di road narrowing, cioè di restringimento della carreggiata in modo da distribuire più equamente gli spazi per chi si muove in maniera più sostenibile (qui vediamo la corsia ciclabile e marciapiedi allargati).

Incrocio fra ZEESTRAAT e MEERDEVORT – Corsie ciclabili su entrambi i lati.

In questa foto le corsie ciclabili sono presenti su entrambi i lati della carreggiata, mentre le auto possono percorrere la strada unicamente in un solo senso. Questa soluzione si applica a sedi stradali più ampie, favorendo sempre il passaggio di ciclisti, ridisegnando i flussi del traffico veicolare. Come si nota, queste corsie ciclabili, su asfalto rosso, sono inserite dopo i parcheggi, chi scende dall’auto come passeggero o come guidatore deve fare attenzione ai ciclisti sulle corsie, esattamente come accade su via Saragozza a Bologna.

Come si vede dalle foto le corsie ciclabili non sono affatto finte ciclabili, bensì permettono di ridisegnare gli spazi a favore di una mobilità più attiva e di creare una cultura degli spazi condivisi. Spesso notiamo come nella nostra città si faccia fatica ad accettare la condivisione della strada da parte di più utenti, come se soggiacesse un individualismo esasperato nella mobilità.

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