Edilizia sostenibile

Efficienza energetica degli edifici residenziali: la situazione attuale

La Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento Europeo ha recentemente approvato la revisione della Direttiva sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), con l’obiettivo di  aumentare significativamente il tasso di ristrutturazione degli edifici inefficienti, ridurre entro il 2030 il consumo energetico e le emissioni di gas serra del settore edilizio, per arrivare alla neutralità climatica in Europa entro il 2050, coerentemente con il Green Deal.

Ricordando che gli immobili dell’UE sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del nostro consumo energetico, il testo approvato prevede che a partire dal 2028 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni 0, mentre per le proprietà pubbliche tale scadenza è anticipata al 2026.

Per quanto riguarda la classe energetica è richiesto che gli edifici residenziali raggiungano la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033, gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030.

I singoli Paesi dovranno definire le misure per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva coerentemente con i propri Piani nazionali; considerando inoltre che gli edifici in Classe G dovranno corrispondere a un massimo del 15% del patrimonio edilizio nazionale, si terrà conto delle differenze tra i vari Stati dell’UE e delle peculiarità, prevedendo deroghe.

Questa Direttiva che rientra nella strategia europea Renovation Wave, non costituisce una novità, in quanto la precedente direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (Direttiva Europea 2010/31/UE Energy Performance Building Directions – EPBD) imponeva ai paesi dell’UE di garantire che tutti i nuovi edifici fossero a energia quasi zero entro la fine del 2020, mentre tutti i nuovi edifici pubblici dovevano essere a energia quasi zero dopo il 31 dicembre 2018.

D’altra parte l’efficientemente energetico degli edifici ha determinato il provvedimento del superbonus, che ha prodotto interventi su oltre 300mila immobili.

La situazione attuale in Italia

Per capire il quadro della situazione attuale in Italia facciamo riferimento alle più recenti statistiche castali esistenti. Secondo il rapporto dell’Agenzia delle Entrate 2021 (dati al 31.12.2021) le unità immobiliari censite nelle categorie catastali del gruppo A, dalla categoria A/1 alla A/11 con eccezione della A/10, sono ad uso abitativo (“abitazioni”) e, al 31.12.2021, risultano pari a circa 35,4 milioni, su un totale di circa 70 milioni di unità immobiliari esistenti.

Per capire la situazione da un punto di vista energetico di questi immobili l’unico riferimento disponibile è il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) gestito dall’ENEA.

L’attestato di prestazione energetica (APE) è il documento che descrive le caratteristiche energetiche di un edificio, di una abitazione o di un appartamento. E’ uno strumento di controllo che sintetizza con una scala da A4 (più efficiente) a G (meno efficiente) le prestazioni energetiche degli edifici ed è obbligatorio per la vendita o l’affitto di un immobile.

In SIAPE all’inizio di febbraio 2023 risultano poco più di cinque milioni di APE l’86% dei quali, poco meno di 4.500.000, riferito ad edifici residenziali. A livello nazionale oltre il 55% degli immobili risultano nelle classi più energivore (F e G) che dovranno ossere oggetti di efficientamento energetico ai sensi della Direttiva europea.

In SIAPE è possibile visualizzare i dati di dettaglio di ogni regione, ad esempio in Toscana sono catalogati oltre 82.000 immobili, di cui il 68% rientrano nelle categorie F e G. All’interno di ogni regione sono disponibili anche i dati delle singole province, ad esempio nella provincia di Firenze risultano censiti 21mila immobili, di cui 67,6% in classi F e G.

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