Cambiamento climatico

Giudizio Universale: la causa legale allo Stato Italiano per la crisi climatica

Seguendo le esperienze di diversi altri Paesi europei e non (“Climate Change Litigation Strategy“), anche in Italia è stata promossa una causa legale nei confronti dello Stato italiano, da cittadini e associazioni coordinati da ASud Onlus, finalizzata a far valere i doveri di protezione a tutela del diritto umano al clima nella situazione di pericolo dell’emergenza climatica, in conformità con le obbligazioni climatiche disposte a livello internazionale e di Unione Europea.

La causa

Oggi i cambiamenti climatici rappresentano un’emergenza ambientale globale e minacciano il godimento dei diritti umani fondamentali quali, tra gli altri, il diritto alla vita, alla salute, all’alimentazione, all’acqua, all’alloggio, alla vita familiare. 

Tra di essi, va ricompreso anche il diritto umano ad un clima stabile e sicuro: dal momento che le condizioni climatiche influenzano la tutela degli altri diritti, il riconoscimento di un diritto specifico alla stabilità climatica fornisce ulteriore livello di protezione a tutti i diritti condizionati dal clima.

Un’insufficiente azione climatica a livello globale, così come a livello nazionale, pur di fronte a prove scientifiche schiaccianti, ha già le carte in regola per essere la più grande violazione intergenerazionale dei diritti umani della storia. 

Gli attori della causa climatica italiana

Con questa consapevolezza, più di 200 ricorrenti, tra cui 162 adulti, 17 minori (rappresentati in giudizio dai genitori) e 24 associazioni impegnate nella giustizia ambientale e nella difesa dei diritti umani hanno deciso di intraprendere un’azione legale mai intentata prima in Italia.

Oggetto della causa è citare in giudizio lo Stato per inadempienza climatica, ovvero per l’insufficiente impegno nella promozione di adeguate politiche di riduzione delle emissioni clima-alteranti, cui consegue la violazione di numerosi diritti fondamentali riconosciuti dallo Stato italiano.

L’azione legale è promossa nell’ambito della campagna di sensibilizzazione intitolata “Giudizio Universale” e si inserisce a pieno nel sol co di altre “climate litigation” portate avanti in diversi paesi del mondo.

I ricorrenti sono assistiti da un team legale composto da avvocati e docenti universitari fondatori della rete di giuristi Legalità per il clima.

L’azione legale è indirizzata allo Stato italiano, attraverso un atto di citazione davanti al Tribunale Civile di Roma. La richiesta formulata dall’azione riguarda la condanna dello Stato a realizzare un drastico abbattimento delle emissioni di gas serra per il 2030, in modo da centrare l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima, in ordine al contenimento massimo del riscaldamento globale entro 1,5°C e ad ogni modo ben al di sotto dei 2°C a fine secolo.

Nell’atto, si contesta la condotta illecita dello Stato, che non è riuscito a perseguire una politica climatica conforme alle acquisizioni scientifiche più avanzate. 

I contenuti dell’atto di citazione

L’Atto di citazione nello specifico contiene: 

  • l’inquadramento dei problemi climatici e della grave e preoccupante condizione planetaria di emergenza climatica, accertata dalla comunità scientifica mondiale e dichiarata anche dalla UE e dall’Italia; 
  • la descrizione della specifica condizione di vulnerabilità e fragilità del territorio italiano;
  • la disamina delle fonti giuridiche da cui derivano le obbligazioni climatiche, che lo Stato deve rispettare;
  • il catalogo dei diritti fondamentali, a partire dal diritto umano al clima stabile e sicuro, altrimenti violati dall’emergenza climatica;
  • l’inquadramento della responsabilità climatica dello Stato in base al Codice civile italiano;
  • le richieste al giudice.

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