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I costi della gestione dei rifiuti in Toscana

Se li rapportiamo al numero di abitanti variano in Toscana fra un minimo di meno di 100 euro ad abitante l’anno, a Peccioli (Pi), per arrivare agli oltre 800 di Forte dei Marmi (Lu), mentre il dato medio nazionale è di 176 euro e quello regionale di 205.

Come abbiamo visto in un precedente articolo sulla situazione nazionale, Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), ed in particolare, ISPRA, attraverso il Catasto dei rifiuti, fornisce i dati (2011-2019) dei costi sostenuti dai comuni per la gestione dei servizi di igiene urbana, nelle sue varie componenti (rapportati al numero di abitanti ed ai kg di rifiuti gestiti).

Un tema di sicuro interesse, anche alla luce di quanto osservato recentemente dalla Corte dei Conti che ha analizzato la spesa dei comuni, dedicando una particolare attenzione al servizio “Rifiuti” in quanto ” costituisce uno dei principali settori di azione delle amministrazioni comunali e svolge il compito della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti prodotti sul territorio comunale e, in generale, dell’igiene urbana.”

I dati presenti nel Catasto sono riferiti ad un campione di comuni sulla base dei dati desunti dal Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD). (vedi info di dettaglio sulla metodologia adottata da Ispra).

Per quanto riguarda la Toscana sono disponibili i dati relativi a 233 comuni su 273, relativi a 3.290mila abitanti.

Così come visto a livello nazionale, i costi di gestione dei servizi di igiene urbana, sono molto differenziati nei vari comuni.

Se li rapportiamo al numero di abitanti variano in Toscana fra un minimo di meno di 100 euro ad abitante l’anno, a Peccioli (Pi), per arrivare agli oltre 800 di Forte dei Marmi (Lu), mentre il dato medio nazionale è di 176 euro e quello regionale di 205. Nel complesso sono un centinaio i comuni per i quali si registra un costo maggiore di quello medio regionale.

Questi dati sono da mettersi anche in relazione con le performance di comuni in termini di raccolta differenziata, per capire se c’è una qualche relazione fra quanto speso per gestire i rifiuti ed i risultati di ciò in termini di raccolta differenziata.

Da questo punto di vista, riguardo cioè all’efficienza del servizio, probabilmente vale la pena soffermarsi maggiormente sui dati relativi ai costi per kg di rifiuti gestiti.

In questo caso, i costi totali variano fra il massimo del comune di CastellìAzzara (GR) con 74 Eurocent/kg al minimo, anche in questo caso, di Peccioli (Pi) con 12,56 Eurocent(kg.

Il costo medio nazionale è invece di 59,62 Eurocent/kg e quello medio regionale di 56,84 Eurocent/kg. A differenza di quanto visto per i costi pro capite la Toscana in questo caso si colloca al di sotto del valore medio nazionale, mostrando una certa efficienza nei servizi svolti.

Se mettiamo in relazione, poi, la percentuale di raccolta differenziata con i costi sostenuti, vediamo che alcuni comuni che hanno percentuali elevatissime di differenziata – sopra l’85% – come Lamporecchio, Certaldo, Capraia e Limite, Serravalle Pistoiese, Montelupo Fiorentino, hanno anche costi al kg di rifiuti molto contenuti, addirittura meno di 30 Eurocent/kg.

Se ci concentriamo sui comuni più popolosi del campione, quelli con più di 40mila abitanti, vediamo che la “forchetta” dei costi sostenuti è comunque elevata, se passiamo dai 43,23 Eurocent/kg di Livorno ai 19,60 di Sesto Fiorentino con una percentuale di raccolta differenziata non molto dissimile. Stesso discorso vale per Viareggio 42,56 Eurocent/kg e una RD a quasi il 70%, e Prato con 22,18 Eurocent/kg e 74$ di differenziata.

Ricordiamo che queste valutazioni sui costi hanno un interesse diretto per tutti noi, considerato che paghiamo la TARI, la tassa, cioè che da gennaio 2014, l’imposta destinata appunto a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ogni Comune determina le tariffe in base a superficie e quantità di rifiuti prodotti o a quantità e qualità di rifiuti per unità di superficie, in relazione ad usi e tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti. In ogni caso il “monte” TARI è legato ai costi sostenuti dal comune, in qualche modo più il comune spende per la gestione dei rifiuti e più si deve rivalere su cittadini e imprese.

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