Ambiente Comunicazione e informazione

Il Rapporto Ecomedia, l’informazione ambientale in Italia nel 2022

Ogni anno dal 2014 viene redatto e pubblicato un Rapporto che raccoglie i risultati del monitoraggio svolto dall’Osservatorio Sostenibilità e Ambiente Eco-Media con l’obiettivo di effettuare una analisi costante del trattamento informativo svolto dal mezzo stampa sulla tematica ambientale, nelle sue diverse declinazioni, al fine di comprendere quanto, quando e come l’ambiente e le questioni ad esso connesse fanno notizia.

La metodologia adottata per il rapporto 2022

Il Rapporto Eco Media 2022 presenta alcune novità rispetto alle precedenti edizioni (vedi Il Rapporto Ecomedia, l’informazione ambientale in Italia nel 2021). Innanzitutto in alcune delle 10 parole chiave selezionate: ambiente e clima, biologico, climate change (o cambiamento climatico), energia rinnovabile (o rinnovabili), green economy, inquinamento, mobilità sostenibile, sviluppo sostenibile (o Agenda 2030), transizione ecologica ed economia circolare.

Le due parole chiave del report dell’anno scorso (vaccini e Covid o coronavirus) sono state abbandonate, a favore di un ritorno all’ambiente.

Il monitoraggio ha avuto un arco temporale più ampio – dal primo gennaio al 30 settembre 2022 – che ha tenuto conto delle occorrenze rilevate in tutti i giorni del periodo selezionato (e non più in un campione di giorni).

Le testate monitorate sono state Rai1, Rai2, Rai3, Rai News 24, Canale 5, La7, Sky Tg24 e Tg 2000 per la televisione. Il Corriere della Sera, Domani, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Libero, Il Messaggero, La Nazione, La Repubblica, Il Sole 24ore, The Post Internazionale (Tpi) per carta e web. Rtl, Rai Radio 1, Radio 24, Rds, Radio Capital per le emittenti radiofoniche.

Nel caso di ambiente e clima si è scelto di unire le parole in un’unica ricerca per ridurre la possibilità di occorrenze fuori contesto (come, ad esempio, “ambiente di lavoro”, o “clima disteso”) che la piattaforma non fosse in grado di distinguere da quelle specificamente legate ai temi ambientali ed ecologici.

Per i social sono stati monitorati i profili Facebook, Instagram e Twitter dei quotidiani.

I risultati emergenti dal rapporto

Le occorrenze più frequenti di vocabolario tematico si registrano nei periodi di eventi climatici catastrofici, in particolare quelli che avvengono in Italia, mentre la frequenza si riduce sensibilmente laddove questi non si verificano.

Un trend presente in tutti i media: dai giornali cartacei a quelli online, dalla radio alla televisione fino ai social network.
Questo giustifica i picchi di utilizzo delle parole chiave a luglio e a settembre, cioè quando si sono verificati rispettivamente il crollo della Marmolada e l’alluvione nelle Marche.

Alcune keywords – come, ad esempio, cambiamento climatico o climate change – sono apparse in maniera costante durante tutta la stagione estiva, caratterizzata per il 2022 da una grave crisi idrica e da forti ondate di calore.

Anche la guerra in Ucraina ha indirizzato il dibattito pubblico verso una maggiore attenzione alle tematiche ambientali, affrontate però quasi esclusivamente dal punto di vista energetico. Per questo, ad esempio, si parla spesso di energie rinnovabili tra fine febbraio e marzo, cioè subito dopo lo scoppio della guerra, e il tema torna centrale ad ogni aumento del prezzo del gas o in concomitanza ad ogni decisione UE in merito alle sanzioni alla Russia.

Per questo la questione ambientale è entrata anche nel dibattito politico, ma senza essere mai veramente centrale.

TV

L’analisi effettuata per le testate Rai evidenzia un andamento dell’attenzione alle temati- che ambientali simile a quello dell’anno scorso. Nello scorso report la terza rete Rai registrava risultati simili a quelli di Canale 5, ma il metodo di raccolta dati più dettagliato usato quest’anno ha permesso di tracciare una maggiore attenzione di Rai 3 al tema ambiente. Una forte sensibilità si riscontra in tutto il palinsesto e in special modo nei programmi pomeridiani e nelle edizioni regionali dei Tg: qui il tema ambientale rientra a prescindere dalla cronaca e dagli eventi climatici catastrofici.

Comportamento diverso è quello di Rai 1 e Rai 2, che – in linea con il trend generale – registrano picchi di occorrenze ambientali in concomitanza con gli eventi estremi. Tra le testate Rai, la meno attenta alle questioni climatiche e ambientali è Rai 2, che, per ogni parola chiave analizzata, registra il numero più basso di occorrenze.

L’esempio migliore di discrepanza nel raffronto con lo scorso anno risulta senz’altro quello che riguarda Canale 5: l’edizione delle 20 del suo TG lo scorso anno sembrava essere la rete più virtuosa, ma l’analisi dettagliata dell’intero palinsesto conferma tale attenzione solo in parte. La diretta concorrente, LA7, fa registrare un utilizzo medio più frequente del vocabolario ambientale e una generale e più costante maggior attenzione.

Radio

Rilevare la frequenza delle tematiche ambientali nei programmi radio è un modo per comprendere “lo stato dell’arte” nella fascia di età 50-64+, secondo i forniti dall’associazione Tavolo Editori Radio (Ter).

I numeri ci dicono che i giovanissimi abbandonano la radio, come i giovani adulti, ma gli adulti invece non solo la ascoltano ma hanno incrementato il tempo di sintonizzazione.

Per la rilevazione del Rapporto Eco Media 2022 si è scelto di monitorare le programmazioni di Rtl, Rai Radio 1, RDS, Radio Capital, e Radio 24. È proprio Radio 24 a raggiungere i picchi di frequenza più alti, con transizione ecologica (190 a settembre) e green economy (180 a marzo) con cui le altre radio non possono competere.

La seconda più alta dopo questa è di Rai Radio 1, con 99 frequenze. Rds e Radio Capital spesso lasciano le caselle vuote, non nominando per mesi interi parole come inquinamentomobilità sviluppo sostenibile, e trovando i picchi in cambiamento climatico transizione ecologica. Ma, se per Radio Capital comunque la frequenza più alta è 40 menzioni in un mese, RDS si ferma a nove.

Carta stampata e online

Sui quotidiani cartacei, nazionali e locali, dal report si evince una forte attenzione e presenza delle tematiche ma la loro ricorrenza è differente. Ad esempio, se nella versione online de La Repubblica la parola più frequente è rinnovabili – che spicca rispetto a tutte le altre – nella sua versione cartacea è economia circolare – poco menzionata online – e transizione ecologica.

La Stampa, che non è stata analizzata online, mostra una forte attenzione al tema ambientale e si pone sulla stessa linea della versione online dei giornali nazionali – La Repubblica e Il Corriere della Sera – prediligendo parole come rinnovabili. Sulla stessa linea del cartaceo di Repubblica, però, anche la Stampa mostra una forte attenzione per l’economia circolare.

A rappresentare un’eccezione è Il Fatto quotidiano: inquinamento per la prima volta sale in cima alla classifica delle parole chiave più menzionate e, a seguire, mobilità sostenibile. Da considerare, anche, la sua attenzione rivolta all’Agenda 2030 che, a differenza degli altri giornali (ad eccezione di Libero) ma anche degli altri media, non aveva avuto una così forte rilevanza.

C’è poi la fotografia che ci restituiscono i giornali più concentrati sul locale: Il Messaggero e La Nazione. Entrambi fanno comparire per la prima volta un alto numero di ricorrenze di due parole chiave nuove nell’analisi fin qui fatta: climate change o cambiamento climatico clima e ambiente.

Un dato avvalorato dal risultato del monitoraggio di un altro quotidiano, Libero, che rivela una forte attenzione ai temi ambientali. Le parole chiave sono ben distribuite nell’arco temporale preso in considerazione e non registrano picchi in periodi o giorni specifici. È il quotidiano che, più di tutti, si occupa di Agenda 2030.

Anche l’analisi dei giornali online conferma l’andamento delle tematiche ambientali legate a notizie di cronaca.
Ci sono, infatti, keywords molto più menzionate rispetto ad altre e presentano dei picchi temporali di utilizzo simili.

Transizione ecologica, rinnovabili, climate change o cambiamento climatico, inquinamento: queste le parole che più si trovano nei giornali online. I picchi – come detto – si registrano in concomitanza con eventi che hanno avuto un forte impatto mediatico, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica, la strage sulla Marmolada e l’alluvione nelle Marche, la campagna elettorale e le elezioni italiane.

Altre parole, invece, ad eccezione di Libero.it (che si piazza al primo posto), hanno numeri di menzione bassissimi – inesistenti nel caso di Tpi e Domani: agenda 2030, clima e ambiente, green economy.

Social network

Per quanto riguarda i social network, dopo il monopolio di Covid prima e vaccini poi, alcune notizie di rilevanza nazionale hanno riportato in auge l’ambiente anche su Twitter, Instagram e Facebook.

Paga l’attenzione del Sole 24 Ore (quotidiano con maggiori occorrenze sui social) agli aspetti tecnici del racconto ambientale, e il suo racconto del tema come trasversale a diversi campi del sapere e del vivere. In generale, i mesi in cui si parla più dei temi ambientali sono settembre e giugno, e le parole più ricorrenti rinnovabilitransizione ecologica climate change.

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