Citizen science Qualità dell'aria

Scienza partecipata e monitoraggio del biossido di azoto

Citizen science

Abbiamo visto in più occasioni come la partecipazione diretta dei cittadini alla rilevazione di dati ambientali costituisca una opportunità estremamente importante, si tratta della cosiddetta citizen science (o scienza partecipata) che a livello globale ha visto un fiorire di progetti, iniziative e reti, In Europa alcuni paesi si sono dotati di reti nazionali, con lo scopo di promuovere un coordinamento tra progetti e creare opportunità di interscambio tra la società e il mondo scientifico, a tale proposito esiste EU-Citizen.Science, una piattaforma online per la condivisione di conoscenze, strumenti, formazione e risorse per la Citizen science – dalla comunità, per la comunità.

Citizen science e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente

In Italia lo stesso Sistema Nazionale per la protezione dell’Ambiente (SNPA) – che è la rete di enti cui istituzionalmente spetta il compito di raccogliere, organizzare e diffondere i dati ufficiali sull’ambiente – ha riconosciuto l’importanza della scienza partecipata dotandosi di un “Decalogo Snpa per la Citizen science”; un documento mediante il quale il Sistema, sulla base della propria visione della Citizen science a cui attribuisce una funzione strategica in termini di rapporto con i cittadini organizzati, esplicita le regole che ritiene di darsi, e che chiede vengano condivise dai propri interlocutori. Attraverso esse, il Sistema promuove la correttezza scientifica delle informazioni raccolte con e dai cittadini, la conseguente correlazione con l’informazione acquisita attraverso i sistemi e le reti di monitoraggio istituzionale di riferimento, e le valutazioni che ne conseguono. Ispra e le agenzie ambientali che compongono il SNPA hanno quindi promosso o partecipato a numerose iniziative di scienza partecipata.

Un tema particolarmente rilevante in campo ambientale è costituito dal monitoraggio della qualità dell’aria nelle nostre città, che è svolto, appunto, dalle agenzie ambientali che compongono il SNPA, utilizzando una rete di stazioni di monitoraggio dotate di strumentazioni assai complesse, gestite secondo standard di qualità ben determinati e certificati, in modo da garantire la piena affidabilità dei dati prodotti.

Peraltro, la rete di monitoraggio (ad esempio del biossido di azoto – NO2) è costituita da circa seicento stazioni diffuse su tutto il territorio nazionale, ed è la più numerosa dopo quella della Germania. Per la valutazione della qualità dell’aria in zone lontane da queste stazioni viene adottata la cosiddetta modellistica, il cui uso è epressamente previsto e normato dalla Direttiva europea che regola la materia.

Tuttavia, è comprensibile che ci sia l’esigenza da parte dei cittadini di avere informazioni più vicine alle proprie singole realtà per capire la qualità dell’aria che viene respirata. In alcune situazioni si utilizzano laboratori mobili (con strumentazioni analoghe a quelle presenti nelle stazioni di monitoraggio fisse) per campagne temporanee, ma anche in questo caso si tratta di un numero necessariamente limitato.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente e la scienza partecipata per misurare la qualità dell’aria

Per effettuare campagne con numerosità di rilevazioni particolarmente elevate, e quindi molto diffuse sul territorio, è necessario utilizzare dispositivi facilmente trasportabili e con costi ridotti, valutando attentamente la differenza dei risultati fra queste strumentazioni e quelle ufficiali.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha dedicato uno specifico rapporto sul tema “Assessing air quality through citizen science“.

Il rapporto EEA cita già nella parte iniziale una esperienza realizzata in Belgio, dove nel 2018, l’Università di Anversa ha collaborato con l’Agenzia per l’ambiente delle Fiandre, il giornale regionale De Standaard e tre istituti di ricerca per attuare il progetto di scienza cittadina CurieuzeNeuzen Vlaanderen.

L’iniziativa CurieuzeNeuzen Vlaanderen mirava a fornire una mappa dettagliata delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2) nelle Fiandre, sia nelle città che nelle campagne. Per raggiungere questo obiettivo, i cittadini fiamminghi hanno utilizzato un semplice dispositivo di misurazione standardizzato, un campionatore passivo, per misurare l’NO2. Il progetto ha coinvolto decine di migliaia di persone e l’Università di Anversa ha pubblicato una mappa con tutti i dati rilevati.

Il grande set di dati raccolti è stato poi utilizzato per testare e migliorare Atmosys, il modello regionale ufficiale utilizzato per valutare qualità dell’aria nelle Fiandre. La qualità dell’aria può variare in modo significativo su brevi distanze, soprattutto a causa dell’effetto ‘canyon’, quando gli inquinanti si accumulano in strade strette, scarsamente ventilate e con traffico intenso.

CurieuzeNeuzen è continuato negli anni successivi ed ha interessato anche la capitale del Belgio, Bruxelles, dove nel 2021 più di tremila persone hanno partecipato ad una campagna di monitoraggio del NO2 utilizzando campionatori passivi. E’ disponibile il rapporto tecnico-scientifico della campagna e la mappa con i risultati. I campionatori utilizzati sono quelli prodotti da Buro Blauw, una società olandese di ingegneria internazionale indipendente specializzata nella qualità dell’aria.

Cittadini per l’Aria e il monitoraggio partecipato del biossido di azoto

Cittadini per l’Aria è un’associazione di cittadini che hanno scelto di impegnarsi per difendere il diritto di respirare aria pulita e lavorano per condividere dati e informazioni, promuovere comportamenti virtuosi, proporre strategie e soluzioni efficaci, sollecitare amministrazioni pubbliche e imprese a cambiare davvero.

La prima campagna di monitoraggio partecipata promossa da Cittadini per l’Aria si è svolta nel 2017 a Milano. Ha riguardato il biossido di azoto, che notoriamente è l’inquinante atmosferico più direttamente connesso con le emissioni del traffico stradale nelle nostre città. Alla prima iniziativa ne sono seguite altre nel corso del 201 8, a Milano, Brescia e Roma.

Successivamente, nel 2020, in collaborazione anche con altre reti di cittadini attivi in altre città, hanno promosso una nuova campagna di monitoraggio a Roma, Milano e Napoli, alle quali si sono aggiunte la Provincia di Monza e la città di Caserta, dove hanno misurato il biossido di azoto con un piccolo campionatore passivo che ha raccolto l’inquinante gassoso per assorbimento, coinvolgendo circa duemila persone.

Una volta analizzati i campionatori in laboratorio il Comitato scientifico ha calibrato le misure – sulla base delle concentrazioni rilevate dalle centraline delle Agenzie per l’Ambiente di Roma, Campania e Lombardia. Sulla base delle concentrazioni mensili misurate il Comitato Scientifico del progetto ha potuto ipotizzare – utilizzando il rapporto intercorrente fra le concentrazioni misurate negli ultimi anni nel periodo monitorato e le rispettive medie annue – la media annuale stimata, intesa come indicatore dell’esposizione media a lungo termine in ciascun punto di monitoraggio, pubblicando le relative mappe (Milano, Roma, Napoli), stimando anche l’impatto sanitario, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Lazio, dei valori rilevati.

Salviamo l’aria, la campagna 2023

Nelle scorse settimane è partita una nuova campagna di monitoraggio a Milano e Roma, chiedendo la disponibilità dei/delle cittadini/e delle due metropoli a partecipare.

Il monitoraggio, che coinvolgerà, dal 4 febbraio al 4 marzo 2023, le due città metropolitane, misurerà le concentrazioni di biossido di azoto vicino a casa, a scuola, al posto di lavoro. L’obiettivo è quello di ottenere una mappa dettagliata della qualità dell’aria delle due aree monitorate, e poter così informare meglio i cittadini e gli amministratori e contribuire all’attivazione di misure di riduzione. I campionatori passivi che saranno utilizzati sono quelli prodotti dalla società olandese che li ha forniti anche per il monitoraggio nella capitale belga (vedi sopra).

Sia a Roma che a Milano l’iniziativa è condivisa e sostenuta anche dalle Amministrazioni Comunali.

La novità dell’edizione 2023 è rappresentata dalla possibilità per i partecipanti al monitoraggio dell’NO2, se maggiorenni, di diventare volontari di uno studio epidemiologico – il primo in Italia di questo tipo – che avrà l’obiettivo di indagare in che modo l’inquinamento atmosferico da NO2 influisce sulla salute mentale. I partecipanti alla campagna di scienza partecipata che si offriranno volontari per questa parte dello studio e che saranno selezionati dai ricercatori dovranno rispondere ogni giorno per una settimana a un breve test online che consentirà ai ricercatori di valutare se esiste un’associazione tra esposizione giornaliera all’inquinamento atmosferico a livello di città e le variazioni giornaliere di attenzione, la velocità di elaborazione delle informazioni, l’umore, il livello di stress, e la qualità del sonno.

Sulle pagine di Ambientenonsolo seguiremo i successivi passi di questa campagna di scienza partecipata.

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