Citizen science Mare

Un mare di plastica

In un precedente articolo abbiamo visto come nell’ambito dell’attuazione della Strategia Marina europea il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), fra le varie attività che svolge compie anche un monitoraggio sistematico sui rifiuti spiaggiati: sono censiti tutti gli elementi visibili sulla superficie della spiaggia di dimensioni superiori di 2.5 cm, compresi i mozziconi di sigaretta. I dati raccolti da ogni Agenzia sono trasmessi, al Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare, per l’elaborazione e la loro diffusione a livello nazionale.

Sulla base degli ultimi dati pubblicati, complessivamente nel triennio 2015-2017 le ARPA hanno monitorato più di 250mila oggetti in una sessantina di stazioni di monitoraggio (ciascuna della estensione di 100 metri). Tre quarti questi oggetti, oltre 190mila, erano costituiti da materiali di plastica fossero essi frammenti (più di 50.000), stoviglie mono-uso (circa 46mila), shopper (circa 10mila) o altro.

Si può ben dire che il nostro mare è invaso dalla plastica. Il progetto europeo Clean Sea – un progetto LIFE co-finanziato dall’Unione Europea – attuato fra il 2016 ed il 2020 da parte del Parco Nazionale dell’Asinara, con l’ausilio di CoNISMaFondazione CetaceaLegambienteMedSharks e MPNetwork, ha appunto operato per accrescere l’attenzione del pubblico sulla quantità di rifiuti presenti in mare e sulle spiagge, mostrare in che modo ne siamo responsabili e promuovere l’impegno attivo e costante per l’ambiente. 

I risultati del progetto sono stati presentati anche nell’Incontro nazionale sulla Citizen science Italia, in quanto il progetto è stato caratterizzato da una grande partecipazione attiva. Con la collaborazione di operatori balneari, diving, club nautici, circoli di pesca ricreativa e tante altre associazioni alla fine del progetto sono state pulite almeno 1300 spiagge e fondali in tutta Italia, soprattutto in aree di particolare importanza per la biodiversità.

Il monitoraggio dei rifiuti spiaggiati, attuato con una metodologia definita dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, la stessa per gli enti istituzionali (le agenzie ambientali) e per i citadini coinvolti in iniziative di citizen science utilizzando  l’app Marine Litter Watch, fa sì che tutti i rati siano pubblicati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e messi a disposizione di tutti.

Pulire è necessario, ma ancora più importante è prevenire: per combattere la dispersione di mozziconi di sigaretta sono stati distribuiti oltre 40mila porta-mozziconi, installati speciali recipienti in plexiglass per gli stabilimenti balneari e potenziate le capacità ricettive di rifiuti in 15 porti e marina.

A pesca di rifiuti

Nell’ambito del progetto, poi, dal 2018 sono state organizzate le attività-pilota di “fishing for litter”, giornate di pesca di rifiuti che hanno coinvolto i pescatori di Porto Torres, Rimini, San Benedetto del Tronto e Manfredonia. La pesca a strascico consente di raccogliere molti rifiuti dal fondale e, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e le Capitanerie di Porto, autorità regionali e locali, è stata messa a punto una metodologia per snellire le procedure in futuro, recepita nel disegno di legge “Salvamare” su iniziativa dell’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

L’iniziativa dei pescatori di San Benedetto del Tronto è stata ricordata anche da Papa Francesco durante la sua intervista a “Che tempo che fa”.

I misteriosi dischetti di plastica

Una delle più importanti attività svolte nell’ambito di Clean Sea è stata quella relativa alla vicenda dei “misteriosi” dischetti di plastica che fra febbraio e marzo 2018 sono iniziati ad arrivare su molte spiagge del Mediterraneo.

Clean Sea con la collaborazione di centinaia di persone e degli oceanografi del Lamma, ha contrbuito a individuare da dove provenivano, a raccoglierne circa 260mila ed a monitorarne il viaggio e l’approdo sulle spiagge.

Si è trattato dello sversamento (pare 130 milioni di dischetti) avuto luogo a febbraio 2018 a Paestum, nel Golfo di Salerno, per il cedimento di una griglia del depuratore di Varolato. Sospinti dalle correnti, i dischetti sono arrivati sino in Francia, Spagna, Tunisia e Malta.

Clean Sea ha fornito tutte le informazioni raccolte alla Procura di Salerno, che ha promosso un processo per disastro ambientale e inquinamento doloso.

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