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Le emissioni di ossidi di azoto in Toscana

Nell’articolo Le emissioni di ossidi di azoto, i dati dell’Inventario Nazionale delle Emissioni in Atmosfera abbiamo visto i dati nazionali delle emissioni degli ossidi di azoto (NOx), con paticolare riferimento al contributo del trasporto stradale.

Gli ossidi di azoto si formano durante qualsiasi combustione dove l’aria sia il comburente, in ragione della presenza di azoto e ossigeno. Nella miscela di reazione il monossido di azoto (NO) è prevalente ed è accompagnato da quote variabili di biossido di azoto (NO2). Quest’ultimo si forma in atmosfera prevalentemente in conseguenza di reazioni chimiche che coinvolgono l’ossido di azoto (NO) emesso da fonti primarie. Le principali sorgenti di ossidi di azoto sono costituite dalle combustioni nel settore dei trasporti (in particolare dai motori diesel), negli impianti industriali, negli impianti di produzione di energia elettrica e di riscaldamento civile. 

La forte incidenza del trasporto stradale come fonte principale del biossido di azoto è stata confermata anche dalle analisi effettuate nel corso del lockdown dello scorso anno, sia dalle rilevazioni satellitari del programma europeo Copernicus, sia dalle rilevazioni effettuate da parte delle agenzie ambientali.

I dati dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera ISPRA mostra come nel periodo 1990-2019 le emissioni totali in Toscana sono diminuite in modo decisamente considerevole, per quanto riguarda le emissioni totali passando da 187mila tonnellate alle 45mila (-75%), mentre per quelle da trasporto stradale da 59mila a 16mila tonnellate (-73%).

Nella tabella interattiva che segue i dati provinciali delle emissioni totali e da trasporto stradale di NOx, dove l'incidenza di quest'ultimo varia in modo decisamente importante, passando dal 65% di Firenze all'15% di Livorno, evidenziando, in quest'ultimo caso, il contributo prevalente dato dagli impianti industriali presenti.

L'Inventario ISPRA fornisce informazioni di dettaglio sulle fonti emissive. Per quanto riguarda quelle derivanti dal trasporto stradale emerge (dato regionale) la quasi equivalenza fra le emissioni dei veicoli per il trasporto di persone (automobili, ciclomotori e motocicli) rispetto a quelle per il trasporto merci (veicoli leggeri e pesanti, ma anche autobus); la nettissima prevalenza delle emissioni di NOx da veicoli con motore diesel rispetto a tutti gli altri; l'incidenza notevole delle emissioni che percorrono al rete autostradale.

Nel grafico interattivo che segue, il dettagio del contributo delel varie tipologie di fonti da trasporto per la città metropolitana fiorentina.

Le informazioni disponibili per quanto riguarda gli ossdi di azoto, però, non si esauriscono con i dati dell'Inventario ISPRA, ma ci sono anche quelli relativi al monitoraggio della qualità dell’aria in Italia svolto dalle agenzie regionali e delle province autonome per la protezione dell’ambiente (in Toscana ARPAT), che compongono – insieme ad ISPRA – il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che pubblicano i dati rilevati.

I dati si possono confrontare con i limiti di legge delle normative nazionali derivanti dalle Direttive dell’Unione Europea ma anche con le Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che proprio nel 2021 le ha aggiornate (la precedente versione è del 2005).

L’indicatore che meglio esprime l’esposizione media della popolazione a questo inquinante è costituito dalla media annuale, per il quale nell’aggiornamento delle Linee Guida OMS si è avuta una forte riduzione, alla luce delle evidenze scientifiche più recenti, portandolo a 10 microgrammi per metro cubo rispetto ai precedenti 40 che coincidevano con il limite di legge.

Per quanto riguarda l’ultimo anno prima della pandemia Covid-19, il 2019, per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), nelle 35 stazioni di monitoraggio presenti nel territorio regionale, solamente 6 hanno registrato valori inferiori a quello raccomandato dall’OMS per tutelare la salute umana e 1, quella di Viale Gramsci a Firenze, ha invece violato il limite fissato dalla legge italiana.

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