Sviluppo sostenibile

Turismo enogastronomico sostenibile

La sostenibilità è una prospettiva che va ricercata a 360°, come in qualche modo indica la stessa Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

Un aspetto particolare è costituito dal cosiddetto “turismo sostenibile”, un tema che abbiamo trattato in alcuni articoli, Turismo sostenibile: un’indagine commissionata da Booking in 32 paesi, fra cui l’Italia, L’Atlante della Mobilità dolce, La rete ciclabile europea EuroVelo, Mercatini di Natale Green e sostenibili in Europa.

In questo articolo vediamo un segmento ancora più particolare del turismo nell’ottica della sostenibilità, e cioè quello “enogastronomico”.

Sappiamo che nel “Bel Paese” si mangia e si beve ovunque bene, e che i nostri prodotti agricoli hanno livelli di eccellenza. Questa realtà indiscutibile, costituisce una condizione che sicuramente può favorire lo sviluppo del turismo enogastrinomico.

Il punto è se questo turismo può realizzarsi con modalità sostenibili. Per questo prendiamo spunto da un interessante report dedicato al tema di Roberta Garibaldi, una esperta del settore, che presentanto il suo rapporto scrive:

La sostenibilità è oggi un elemento distintivo per il turismo, apporta un significativo valore aggiunto, ma risponde anche a una domanda turistica che è sempre più attenta al tema – dal punto di vista ambientale, economico e sociale –, si comporta in modo compatibile e richiede in misura crescente beni e servizi coerenti.

L’Organizzazione Mondiale del Turismo – UNWTO si è fatta portavoce di questa esigenza, mostrando un impegno costante nel sensibilizzare chi governa il turismo a fare propri i principi di sostenibilità.

In particolare, nella situazione contingente: la necessità di ripartire diventa opportunità da cogliere per ripensare a pratiche che minimizzano gli impatti ambientali, cercando al contempo di generare benefici economici, sociali e culturali per il territorio e le persone che vi vivono.

Il turismo enogastronomico è un possibile strumento per rendere il settore dei viaggi più sostenibile poiché, quando ben gestito e amministrato, può favorire un più solido legame tra aree urbane e rurali avvicinando produttori, ristoratori, operatori del turismo e consumatori, contribuendo ad accorciare la filiera agroalimentare e, in definitiva, generando benefici diffusi sul territorio.

Ma come creare esperienze enogastronomiche sostenibili? Certamente un ottimo punto di partenza è rappresentato dall’avere una filiera agroalimentare che costantemente si adopera per migliorare le proprie performance in termini di sostenibilità; ma ciò non è sufficiente, poiché esula dall’esperienza turistica. È per rispondere a questa domanda che nasce il rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità”: uno strumento che, pur affrontando la complessità del tema, restituisce spunti concreti per sviluppare esperienze che siano sostenibili.

Ecco che, attraverso le buone pratiche – di cui il Rapporto ne presenta solo alcune fra le più significative, a testimonianza della ricchezza e del fermento del settore – si vuole mostrare concretamente agli operatori come connotare la propria proposta turistica in senso sostenibile; tramite i dati statistici, offrire un quadro aggiornato del comportamento del turista che evidenzia quali sono gli aspetti maggiormente graditi.

Il cambiamento verso un approccio più sostenibile è un certamente un passaggio graduale. Ma, oggi, è sempre più necessario: sono richieste nuove visioni e innovative forme di sviluppo, partendo da una assunzione di responsabilità verso gli altri e verso l’ecosistema che ci accoglie.

Il turismo può giocare, dunque, un ruolo chiave nello sviluppo sostenibile dei territori poiché, quando adeguatamente pianificato e gestito, può concorrere a tutelare e valorizzare le risorse ambientali, sociali ed economiche. L’Organizzazione Mondiale del Turismo ritiene che un turismo che si connota in senso sostenibile possa contribuire a raggiungere tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) indicati dalla Nazioni Unite.

Oggi la sensibilità verso la sostenibilità è diffusa tra i turisti, è trasversale alle motivazioni di viaggio, non si limita alla sola componente ambientale. E, spesso, si traduce in comportamenti consoni: in viaggio, 7 italiani su 10 evitano di sprecare cibo quando si recano in ristoranti (anche delle strutture ricettive in cui pernottano) e adottano comportamenti rispettosi dell’ambiente.

La filiera agro-alimentare rappresenta un’eccellenza sotto questo aspetto. La quasi totalità delle imprese agricole ha in essere almeno una iniziativa volta a migliorare l’efficienza di utilizzo delle risorse – acqua, suolo, energia – mentre circa due terzi valorizza le risorse umane e si adopera per mantenere standardizzo elevati di sicurezza sul lavoro. Nell’ambito della sostenibilità economica, il 75% delle imprese adotta iniziative di gestione del rischio interno (es. polizze assicurative) e il 60% s’impegna in rapporti continuativi con la comunità locale.

I turisti, specialmente coloro che viaggiano con motivazione primaria l’enogastronomia, apprezzano proposte e servizi che si connotano in tal senso, e questo può rappresentare un incentivo per le aziende e chi, in generale, offre esperienze enogastronomiche. Per quanto concerne la sostenibilità ambientale, i viaggiatori enogastronomici ed i generalisti gradirebbero anzitutto che l’esperienza adottasse un approccio green nella gestione dei rifiuti e degli imballi. Altri aspetti sono l’utilizzo di carta riciclata per locandine e brochure, l’approvvigionarsi da fornitori che adottano pratiche di agricoltura biologica e/o biodinamica.

Passando alla sensibilità e responsabilità sociale ed economica, anch’essa oggi risulta un importante driver di scelta. Per quanto riguarda le singole aziende, adozione di politiche etiche è l’aspetto maggiormente considerato; a seguire, a possibilità di vivere esperienze a stretto contatto con i produttori. Per tour ed eventi, invece, è importante che siano a filiera corta. Tutti i turisti desiderano fare degustazioni di prodotti locali e/o biologici, così come acquistare souvenir e specialità delle aziende del territorio.

Come creare esperienze enogastronomiche sostenibili? Pensando alle aziende di produzione, potrebbe essere utile, ad esempio, essere sostenibili nelle «piccole cose» come usare materiali riciclabili e/o essere plastic-free, approvvigionarsi da fornitori locali; educare alla sostenibilità, arricchendo le visite con spiegazioni sui valori nutrizionali dei prodotti ed i benefici per la salute; rendere il turista «protagonista», con proposte a contatto con la comunità locale come il trascorrere una giornata con i produttori locali; essere creativi ed innovare, allargando lo sguardo verso nuove possibile combinazioni come sostenibilità e benessere.

La sostenibilità non è, però, un aspetto che riguarda i soli operatori. In futuro le destinazioni saranno chiamate a guidare questa svolta, che per certi versi rappresenta un cambiamento culturale. Chi governa il turismo dovrebbe auspicabilmente sensibilizzare tutti gli attori coinvolti, turisti, operatori e residenti e agire per responsabilizzare. Ad esempio, diffondendo conoscenze e buone pratiche, incentivando e/o regolamentando aspetti legati all’ambiente, alla cultura e all’economia. E, nel caso venga ritenuto un obiettivo perseguibile, dotarsi di certificazioni di sostenibilità – che, come evidenzia nel rapporto, si stanno sempre più diffondendo in tutto il mondo.

Riposte alla domanda: “di quali, fra i seguenti elementi, ti renderebbero più propenso a prendere parte alle loro esperienze?

Per rendere una destinazione sostenibile è possibile intraprendere azioni specifiche e che sono trasversali agli altri settori economici. Ad esempio, cercare di gestire in modo sostenibile le risorse ambientali; migliorare i consumi energetici e la gestione dei rifiuti; favorire una mobilità sostenibile; adoperarsi per massimizzare i benefici per la comunità locale; supportare le imprese e proteggere il patrimonio culturale.

Fondamentale è che la sostenibilità venga comunicata. Ecco che il flusso della comunicazione inizia prima dell’esperienza, ad esempio evidenziando questo aspetto nelle brochure, sul sito web, nei social media, … delle destinazioni e degli operatori del turismo enogastronomico. Così come nel corso delle degustazioni digitali, oggi sempre più strumenti per fare una pre-esperienza dell’azienda. La comunicazione può proseguire nel corso del viaggio, mettendo il turista a conoscenza dell’impegno dell’azienda e della destinazione sul tema della sostenibilità e mostrandogli come egli può contribuire – aspetto gradito soprattutto dai turisti enogastronomici. In questo modo la scelta di orientarsi alla sostenibilità può essere premiata sul mercato.

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